Le opere dell’artista americana Helen Mirra immergono in una magica e impalpabile dimensione fatta di segni, calligrafie e immagini di fiumi e montagne, dipinti rovesciati, scritti a mano, in scala.
HELEN MIRRA amaro in ebraico (hebrew for bitter)
La galleria Raffaella Cortese presenta nella sede di Milano una mostra personale dell’artista statunitense Helen Mirra.
Nata nello stato di New York nel 1970 è un’artista multidisciplinare che utilizza materiali semplici.
Per presentare il suo lavoro fatto di segni, calligrafie e immagini di fiumi e montagne, dipinti rovesciati, scritti a mano, in scala, la Galleria ha fatto ricorso ad una storia tratta da Liexian quanzhuan un testo cinese del 1600 di Wang Yunpeng che merita di essere riportata:
C’erano dei muri bianchi e vuoti nel palazzo, su uno di essi l’imperatore Minghuang ordinò a Wu Daozi di dipingere un paesaggio.
Daozi preparò dell’inchiostro e sparse l’intera ciotola di inchiostro sul muro.
In seguito, rivestì il muro con un pezzo di stoffa, che poi rimosse, come se volesse fare una stampa.
Montagna, acqua, foresta, animali: tutto ciò era compreso nell’oscuro dipinto.
Daozi gesticolò lentamente verso il dipinto e disse: ci sono delle piccole
caverne rocciose nelle montagne… sono eremi molto belli.
Daozi camminò dentro? sopra? la montagna.
Si volse e chiese all’imperatore di seguirla con un gesto.
Allora scomparse.
L’imperatore rimase in piedi nel palazzo, e non rimase alcuna traccia di inchiostro sulle candide pareti.