Fino al 18 ottobre quindi le gallerie centrali della Tate Britain verranno nuovamente trasformate da un’opera d’arte immersiva su larga scala
HEATHER PHILLIPSON
La Tate Britain è parte del complesso museale Tate del Regno Unito, le altre gallerie del sistema sono la Tate Modern, Tate Liverpool e Tate St Ives. Fu aperta nel 1897 con il nome di National Gallery of British Art, fu rinominata Tate Gallery nel 1932, e fu rinominata Tate Britain quando fu aperta la Tate Modern nel 2000.
E’ tradizione della Tate Britain di incaricare ogni anno un artista a realizzare, su commissione, un’opera per i grandi spazi delle Duveen Galleries nel cuore dell’edificio.
Inaugurate nel 1937 e finanziate da Lord Duveen, le gallerie neoclassiche lunghe 300 piedi sono state progettate da John Russell Pope, Romaine-Walker e Gilbert Jenkins.
Fino al 18 ottobre quindi le gallerie centrali della Tate Britain verranno nuovamente trasformate da un’opera d’arte immersiva su larga scala
In precedenza tali commissioni furono assegnate a Mark Wallinger, Martin Creed, Fiona Banner, Simon Starling, Phyllida Barlow, Pablo Bronstein, Cerith Wyn Evans, Anthea Hamilton e Mike Nelson
Nel 2020 la commissione sarà dell’artista inglese Heather Phillipson.
Poeta e artista Heather Phillipson (Londra 1978)è cresciuto a Londra e nella contea di Pembrokeshire, nel Galles sud-occidentale.
La sua formazione classica e musicale (al pianoforte e al violino) gli è servita per le composizioni musicali, originali nei suoi lavori video.
Phillipson lavora con i video e con installazioni e ambienti scultorei; la sua pratica si estende a molti media, tra cui musica, testo e performance.
Come poeta, Phillipson attinge alle tecniche cinematografiche, in particolare il montaggio e il taglio.
Nelle sue istallazioni le varie componenti si scontrano sempre o si respingono o si sfregano l’uno sull’altro in modo casuale e disordinato.
Le sue opere sono spesso un insieme di metafore, interruzioni di linea una specie di sintassi di suoni, immagini, colori usati come parti del discorso. ”