Al MEET di Milano si possono ammirare opere ai confini tra arte, scienza e tecnologia, e la mostra di Giuliana Cunéaz presenta la poesia dell’invisibile.
GIULIANA CUNÉAZ C’è tanto spazio laggiù in fondo
MEET è il Centro internazionale di Cultura Digitale fondato da Meet the Media Guru con il supporto di Fondazione Cariplo.
MEET nasce nel 2018 con l’obiettivo di ridurre il digital divide italiano e sostenere la maturazione di una consapevolezza nuova rispetto alla tecnologia come risorsa per la creatività delle persone e il benessere dell’intera società.
E’ uno spazio fisico e virtuale di produzione e disseminazione di eventi, mostre, masterclass e digital experience destinate al territorio lombardo e nazionale.
Al contempo si costituisce come il nodo italiano di un network globale attivo fra Europa e resto del mondo: MEET promuove infatti lo scambio, la condivisione e la costruzione di progetti innovativi con partner nazionali e internazionali con cui condivide valori, obiettivi ed esperienze.
Dal 2 marzo il centro ospita C’è tanto spazio laggiù in fondo, progetto di Giuliana Cunéaz ideato appositamente per MEET.
Un evento che esplora la relazione tra arte, scienza, tecnologia e prende spunto dal titolo della conferenza pronunciata nel 1959 dal fisico americano Richard Feynman There’s Plenty of Room at the Bottom, divenuta celebre per le intuizioni geniali e visionarie sulle potenzialità delle nanotecnologie.
L’esposizione è articolata nelle tre Gallery del primo piano e culmina nella Immersive Room attraverso un percorso che presenta una serie di lavori particolarmente significativi in grado di delineare le fasi salienti della ricerca sviluppata da Giuliana Cunéaz nell’ultimo decennio.
La prima gallery presenta Neither snow nor meteor showers, onde di materia sulle quali fluttuano elementi disposti verticalmente che provengono da complesse forme sedimentate.
La seconda gallery è dedicata a Matter waves unseen e allo screen painting.
La terza gallery infine rappresenta un’apertura verso l’opera immersiva I Cercatori di Luce, un’opera in 3D di mixed media art che sintetizza i linguaggi di cinema, danza, teatro e performance.