Art Director della Olivetti Giovanni Pintori è stato, dagli anni Cinquanta, uno dei più stretti collaboratori di Adriano Olivetti per l’immagine dell’azienda

Il m.a.x. museo di Chiasso presenterà nel 2024 la mostra GIOVANNI PINTORI (1912-1999) pubblicità come arte, fino a settembre

La mostra che caratterizza il programma 2024 del museo m.a.x. di Chiasso sarà GIOVANNI PINTORI (1912-1999) pubblicità come arte, esposizione a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini che si inserisce nel filone dei maestri del “graphic design” organizzata in collaborazione con il MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro.

Giovanni Pintori (1912 Tresnuraghes Oristano- 1999 Milano) viene indagato attraverso una sorta di “racconto grafico” che intende evidenziare la modernità progettuale delle sue scelte creative.

Scelte nelle quali luce, colore, composizione e gioco creativo costituiscono i suoi ambiti di ricerca principali, che conducono la sua grafica “alla ribalta come unicum metaforico della comunicazione”, per dirlo con le parole di Paul Rand.

La mostra al m.a.x. museo ripercorre l’iter creativo e professionale dell’artista, mostrando il processo ideativo dal quale sono scaturiti i progetti che ne hanno caratterizzato la carriera, che va dalla creazione di manifesti, alle locandine, al corporate identity, a logotipi per le imprese.

In mostra sono esposti, organizzati con un criterio tematico-cronologico, oltre centocinquanta pezzi fra schizzi, bozzetti, disegni acquerellati, carte intestate, manifesti, pubblicazioni varie.

Giovanni Pintori aveva frequentato l’ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche di Monza) assieme ai conterranei Salvatore Fancello e Costantino Nivola, e nel 1936 inizia la collaborazione con l’Ufficio Tecnico Pubblicità Olivetti, legando il suo nome all’immagine della azienda di Ivrea in una lunga e fortunata serie di manifesti, pagine pubblicitarie, insegne esterne, stand.

Nel 1950 ottiene il primo di un lungo elenco di riconoscimenti: la Palma d’Oro della Federazione Italiana Pubblicità e diventa Art Director dell’Olivetti, potendo godere della stima e del rapporto diretto con Adriano Olivetti.

Alla sua morte ha lasciato un archivio fotografico e documentario di fondamentale importanza per lo studio della grafica pubblicitaria legata all’industria nei 5 decenni che vanno dal 1930 al 1980.