A Rovigo una mostra dedicata a Giovanni Miani, personaggio noto come esploratore, che fu però anche musicista, cantante e storico della musica.
GIOVANNI MIANI: Il leone bianco del Nilo
La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo annuncia una mostra dedicata a Giovanni Miani nella sua sede espositiva di Palazzo Roncale a Rovigo.
La mostra che si aprirà il 12 marzo nasce da un progetto di Sergio Campagnolo, titolare della rinomata agenzia di comunicazione ESSECI e appassionato ricercatore.
Giovanni Miani (Rovigo 1810 – Munsa a Tangasi Africa 1872) è ricordato, e celebrato, come grande esploratore.
L’uomo indomito che risalì il Grande Fiume africano sfiorando il Lago Nianza, poi ribattezzato Vittoria, studiando e annotando nel suo diario le caratteristiche dei territori e gli usi e costumi delle popolazioni che via via incontrava, dimostrando un approccio da vero ricercatore e non da predatore.
A questo Giovanni Miani si riferisce “Il leone bianco del Nilo” nel titolo della mostra.
Ma c’è un altro Giovanni Miani, meno noto ma altrettanto interessante, il musicista, cantante e storico della musica.
A far luce anche su questa attività di Miani è dedicata la mostra in programma a Rovigo per la primavera 2022.
Una mostra su due livelli quindi.
- Da un lato il personaggio noto a livello internazionale, l’esploratore rodigino che viene spesso avvicinato alla figura cinematografica di Indiana Jones nella ricerca dell’ Arca dell’Alleanza.
L’esploratore rodigino, nel mentre si avventurava alla scoperta delle sorgenti del Nilo, continuava ad essere roso da un chiodo fisso: individuare il mitico Offir.
Ovvero la città, il luogo, la regione del mondo dalla quale Re Salomone riceveva, quale tributo ogni tre anni, una flotta carica d’oro, pietre preziose e legno di sandalo.
Un luogo dove anche le strade si diceva fossero lastricate d’oro menzionato dalla Bibbia.
- Dall’altro l’uomo impegnato nella musica, cantata, scritta, raccontata, che per Miani avrebbe dovuto essere il mezzo da lui individuato per raggiungere l’unico obiettivo a cui teneva: diventare celebre, rispettato e soprattutto ammirato; lui, che si portava dietro il marchio del “bastardo”.
E’ anche il Miani che dilapida il patrimonio lasciatogli dal presunto padre, il Nobile Bragadin, nell’impresa di pubblicare una Storia Universale della Musica.
Impresa enciclopedica che nessuno aveva mai tentato e che per anni divenne il suo sogno quotidiano.
Per raccogliere i dati che gli erano necessari per scrivere la sua “Storia universale della musica di tutte le nazioni”, Miani viaggiò per 20 anni in vari paesi alla ricerca degli strumenti e delle tradizioni musicali.
Ma l’impresa non decollò e il sogno restò tale.
Neppure come musicista e cantante ebbe mai il successo sperato.
Ma le vicende di questo aspetto della vita di Miani creano ugualmente interesse e meritano ricerca e approfondimento per fare piena luce su uno dei più illustri cittadini ai quali Rovigo ha dato i natali.