Un omaggio della fondazione Cini ad una delle personalità più interessanti ed influenti del panorama artistico-culturale contemporaneo italiano, Gillo Dorfles.
Gillo Dorfles “Ghiribizzi”
La Fondazione Giorgio Cini, nata nel 1951 per volere di Vittorio Cini, allo scopo di ricordare il figlio Giorgio morto tragicamente, con finalità principale di ricerca umanistica, rappresenta oggi una delle più prestigiose istituzioni culturali di studi e ricerca di Venezia a livello internazionale.
Gli spazi sono spesso mostre temporanee e dal 12 novembre rende omaggio a Gillo Dorfles con la mostra Ghiribizzi.
Gillo Dorfles (1910 -2018) è stato una personalità tra le più poliedriche del panorama artistico-culturale contemporaneo.
Dopo una fertile fase di sperimentazione in campo artistico si è dedicato agli studi di estetica e alla critica d’arte, interessandosi al problema dell’avanguardia, al rapporto fra arte e industria e al fenomeno del gusto nella civiltà contemporanea.
Gillo è stato un ospite assiduo e partecipe delle attività della Fondazione Giorgio Cini.
Ma è nella sua inedita veste di creativo talentuoso e ironico pittore che la Fondazione ha voluto rendergli omaggio con una mostra dei suoi ultimi disegni.
La mostra, curata da Aldo Colonetti e Luigi Sansone, raccoglie oltre al dipinto Vitriol (acronimo della frase latina “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”) del 2010, e al disegno con il detto latino Si ova struthionis sol excubare valet cur veri solis ope Virgo non generaret?, del 1990, una selezione di venti disegni realizzati da Gillo Dorfles nel 2017, pochi mesi prima della sua morte avvenuta a Milano il 2 marzo del 2018.
Disegnare è sempre stato un piacevole esercizio giornaliero per Dorfles, una vera passione.
Infatti, egli aveva fatto propria l’antica locuzione latina Nulla dies sine linea (“nessun giorno senza una linea”).
L’ampia capacità di Dorfles di abbracciare con la sottile punta del disegno, come mostrano le opere esposte, una vastità di stati d’animo, perplessità mentali e psicologiche e aforismi esistenziali, coinvolge l’osservatore nel suo mondo che nulla trascura e tutto propone con occhio critico, ironico e filosofico.
A corredo della mostra sono esposti il suo primo libro Discorso tecnico delle arti, 1952, e l’ultimo La mia America, 2018.