La mostra di Asdrubali alla Galleria Invernizzi di Milano è come un’esplosione energetica in cui il colore e la disposizione delle opere nello spazio espositivo generano visioni dinamiche e vibranti.
Gianni Asdrubali. Interazione inconsulta
A arte Invernizzi è stata aperta nel febbraio 1994 con la mostra Dadamaino Morellet Uecker.
La galleria si unisce al dibattito artistico contemporaneo internazionale presentando artisti di diverse generazioni, alternando italiani e stranieri, al fine di creare un dialogo e consentire confronti.
Dal 13 maggio la Galleria propone una mostra personale di Gianni Asdrubali ideata come uno spazio da attraversare, attivando i vari ambienti della galleria.
La mostra ripercorre gli ultimi quindici anni del lavoro di Gianni Asdrubali sia attraverso opere su tela come Stoide (2007), Stresse (2017) che opere in plexiglas e legno dal nome Zakeusse (2021) e Stenkanibale (2021).
Gianni Asdrubali (Tuscania 1955) si afferma nei primi anni Ottanta, come protagonista di una ricerca contrapposta alle regole espressive allora dominanti.
A partire dal 1979 l’artista realizza opere che essendo totalmente indipendenti non hanno bisogno di essere relazionate con lo spazio espositivo in quanto interattive.
Le sue opere, infatti, si rafforzano reciprocamente e, anche se diverse, possono essere esibite singolarmente oppure possono diventare un’unica entità.
Seguendo il percorso della mostra diventa sempre più evidente la volontà di Asdrubali di utilizzare la pittura al fine di annullare qualsiasi superficie, sia che si tratti di una tela, un muro, una ceramica, un plexiglas o altro.
È da questo annullamento del supporto che si genera “l’immagine”, la figura ultima in quella soglia tra il detto e il non detto.