Fulvio Morella invita a sfiorarle stelle tessute con un dito, fondendo l’alfabeto tattile con una dimensione universale e trascendente
Il Museo MAC di Cavalese ospita la mostra FULVIO MORELLA. Le stelle che non ti ho detto, fino al 29 giugno

Il MAC – Museo Arte Contemporanea Cavalese nasce nel 2001, all’interno di Palazzo Rizzoli per ospitare una collezione di arte contemporanea concessa al museo in comodato d’uso.
In seguito al ritiro della collezione stessa, dal 2008 MAC ha destinato i suoi spazi a mostre di arte contemporanea e a eventi culturali che intendono indagare la percezione dell’arte nel territorio alpino, caratterizzato dalla ricerca di un equilibrio tra le proprie tradizioni e l’innovazione culturale e sociale.
Dal 1 febbraio 2025 il MAC presenta FULVIO MORELLA. Le stelle che non ti ho detto, una ricca selezione di opere tessili condurrà il pubblico alla scoperta dell’alfabeto “braille stellato” di Morella, un linguaggio inedito attraverso cui l’artista trasforma cieli notturni in poetici ed enigmatici messaggi tattili.
L’artista così trasforma cieli stellati in criptiche informazioni.
Ne sono esempio opere come “Pupille”, “Sipari”, “Flash” e “Montagne“, dove frasi personali o citazioni di autori si traducono in costellazioni e frammenti di cielo: il risultato è un nuovo linguaggio visivo, il braille stellato.
In questo senso, Fulvio Morella invita il pubblico a toccare il cielo e le stelle con le dita, ricordandoci che i limiti non esistono e che siamo noi a tracciare la nostra poesia, vivendo ogni giorno con intensità.
Il co-curatore della mostra Sabino Maria Frassà riflette nella presentazione della mostra sulla dimensione etica del lavoro di Morella:
Da sempre, l’essere umano alza gli occhi al cielo in cerca di salvezza, speranza e sogni.
Quella vastità senza confini diventa rifugio e specchio delle emozioni più profonde.
Fulvio Morella ci invita a sfiorarle con un dito, fondendo l’alfabeto tattile con una dimensione universale e trascendente, che evoca il gesto michelangiolesco della Creazione di Adamo.
L’artista costruisce un racconto epico e corale, dove le emozioni universali si riflettono in cieli stellati ricamati, custodi di pensieri sussurrati nell’anima o mai pronunciati.
Prende forma un viaggio di consapevolezza che ci guida a riconoscere e vedere come le stelle non dette, trattenute dal tempo e dalla vita, possano – e debbano – riuscire a brillare, illuminando la nostra esistenza».