Due generazioni a confronto: i punti in comune di due artisti divisi da 40 anni anagrafici
FRANCO GUERZONI, LORENZO MODICA NASCOSTO IN BELLA VISTA

NASCOSTO IN BELLA VISTA
La galleria Studio G7 è stata fondata nel 1973 mostrando subito la volontà di volare alto: la mostra inaugurale presentò infatti gli acciai specchianti di Michelangelo Pistoletto.
Da allora non si contano le mostre importanti in Galleria.
Nascosto in bella vista, mostra aperta presso Studio G7 di Bologna il 26 novembre, è un’ipotesi di dialogo tra due artisti.
Da una parte Franco Guerzoni (Modena, 1948), che ha stabilito con G7, a partire dal 1973, un lungo rapporto, dall’altra Lorenzo Modica (Roma, 1988), alla prima mostra in galleria e di una generazione più vicina al nuovo millennio che al Novecento.
La mostra si dispiega attorno ad alcuni punti di contatto fra le loro poetiche: una comune sensibilità per l’immagine, per un’immagine che entra nelle pieghe materiali dell’opera emergendo solo per frammenti e piccoli indizi.
In entrambi l’immagine non si dispiega mai pienamente ma manifesta il suo potenziale solo dopo un lungo lavoro di preparazione e costruzione dei supporti, della vita materiale dei dipinti.
Diverse sono tuttavia le tecniche usate dai due artisti.
Modica, ad esempio, utilizza spesso stoffe e tessuti, i cui pattern invitano l’artista a depositarvi liberamente macchie e campiture, ma anche ritagli e frammenti di immagini stampate o fotografiche.
E’ un’operazione che porta ad una specie di paesaggio astratto nel quale collocare segni e tratti che, sincopati e intermittenti, appaiono come ipotesi di figure e cose riconducibili al reale.
Guerzoni, invece, opera attraverso un lungo lavoro di stratificazione che dona all’opera un forte spessore materiale.
All’interno le immagini finiscono per nascondersi o rivelarsi come ritrovamenti per via di un lavoro di scavo (nel supporto) operato dall’artista a posteriori, un processo di sottrazione e nuove aggiunte di colore e materia.
Molto simile è la loro processualità pittorica.
Entrambi, infatti, inglobano tecniche e materiali eterogenei, combinandoli insieme.
Modica lo fa usando il collage e la carta, spesso trattata a monotipo a realizzare immagini che si moltiplicano richiamandosi e rilanciandosi reciprocamente.
Guerzoni usa lo strappo d’affresco, ma anche il gesso, il vetro, il frammento fotografico e la carta che si accartoccia, si comprime o si apre a rivelare nuove immagini.
La mostra si inserisce all’interno di un progetto di riflessione tra artisti di generazioni diverse inaugurato dalla galleria nel 2019 con la bipersonale di Jacopo Mazzonelli e Giulio Paolini.