Francesco Simeti presenta un campionario infinito di rappresentazioni della Natura che ci offre una riflessione sulla Natura stessa.
FRANCESCO SIMETI Come un limone lunare
XNL Piacenza contemporanea è il nuovo spazio espositivo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, un centro culturale interamente dedicato all’arte contemporanea.
XNL nasce con l’obiettivo di rappresentare un nuovo ulteriore strumento di analisi critica della cultura contemporanea in comunione con le istituzioni pubbliche e private.
Dal 23 settembre XNL propone la mostra Come un limone lunare di Francesco Simeti.
Nato a Palermo nel 1968 Francesco Simeti si è diplomato in scultura all’Accademia di belle Arti di Bologna e attualmente vive e lavora tra New York e la Sicilia.
Si è imposto nel panorama dell’arte contemporanea grazie a sculture, elaborazione di immagini, installazioni e interventi di arte pubblica che ha esposto e realizzato presso importanti istituzioni in Italia e all’estero.
Per XNL presenta un campionario infinito di rappresentazioni della Natura che ci offre una riflessione sulla Natura stessa.
Accanto a un’eterogenea selezione di lavori – collage, wallpaper, sculture, oggetti in ceramica, installazioni e opere pubbliche, frutto di più di venti anni di riflessioni sulla natura delle immagini – Simeti porta a Piacenza anche una nuova opera, pensata appositamente per le gallerie dedicate alle arti contemporanee di XNL.
Si tratta di una macchina scenica, accogliente e immersiva – realizzata raccogliendo immagini da database digitali per la vendita di contenuti fotografici – che offre al pubblico una riflessione sulla Natura e su cosa spinge ad acquistarne le immagini.
L’artista dà vita a una scenografia, a un marchingegno volutamente rudimentale che muove immagini patinate, rappresentazioni della Natura estremamente reali, come un filo d’erba, ma allo stesso tempo artificiali perché presentate sotto forma di fotografia.
La mostra è il risultato di una ricerca che da anni Simeti realizza implementando un archivio di immagini tratte dalle fonti più disparate: dalle pagine di quotidiani agli erbari, dai taccuini rinascimentali all’iconografia rurale, dai manuali di agraria e botanica ai saggi di ornitologia e scienze naturali.
Immagini che disegnano, nel loro insieme, un patrimonio visivo del paesaggio, negletto e ferito, dove le comparse e i gesti si ripetono in un’economia di relazioni che non abbiamo ancora compreso a fondo.