Francesco Barasciutti si è dedicato ai temi della rappresentazione di luce e ombre per la creazione dello spazio
FRANCESCO BARASCIUTTI. Spazialità minima, an ongoing project
IKONA Photo Gallery nelle sue sale ha visto passare, nel corso del tempo, praticamente tutto il gotha della fotografia mondiale.
Spazialità minima è un progetto del fotografo veneziano.
Egli da trent’anni lavora a Venezia come noto ritrattista e fotografo di aziende vetrarie veneziane.
Le sue immagini a colori dei vetri di Carlo Scarpa ed Ettore Sottsass per Skira e le fotografie in bianco e nero dei lavori di Ritsue Mishima lo hanno reso noto nel mondo.
In questa sperimentazione, Barasciutti abbandona il linguaggio classico della documentazione visiva per addentrarsi nella lettura d’interazione tra carta, fotografia, colore e luce, rendendo omaggio alle qualità intrinseche della materia fotografica e reintroducendo l’imprevedibilità della composizione attraverso materiali semplici verso quella che potremmo definire una nuova idea di spazialità.
Le immagini di Barasciutti nascono da un processo manuale e da un attento esercizio dello sguardo: l’uso delle carte colorate, il ritagliare, il modellare, torcere le superfici e piegarle conduce al purismo della materia e della luce.
E’un processo inizialmente semplice che via via diviene più complesso, affascinante e rivelatore.
Questo modo di utilizzare la fotografia risale alla tradizione della camera oscura, alle silhouettes, ai teatri d’ombre, alle ricerche sulle immagini proiettate che costellano la storia della visione occidentale.