FOCUS CULTURA

"Occorrono uomini creativi" (Gianni Rodari)

Angelo Tabaro

Angelo Tabaro

2 MINUTI DI MAMBo EXTENDED

Presenta un nuovo filone di indagine e di approfondimento che comprende  contributi originali all’interno dei quali si è dato particolare spazio alla ricostruzione della storia del museo

2 MINUTI DI MAMBo EXTENDED

 

Da alcuni anni esperti di museologia e dirigenti dei musei di tutto il mondo, riuniti nell’ICOM (Consiglio Internazionale dei Musei) discutono anche animosamente su quale debba essere una definizione contemporanea di “museo”.

Sembra una discussione banale, quasi una semplice questione linguistica di definizione.

In realtà la discussione verte su cosa possa essere considerato “museo” e cosa no, con tutto quello che ne consegue in termini di descrizioni ufficiali, status legali, accesso a bandi e fondi, oltre che quello che debba fare un “museo” per essere giudicato tale.

Un dibattito internazionale che ha creato non pochi dissidi con diverse opinioni.

C’è chi si oppone all’idea che il museo debba essere un luogo di conservazione di collezioni a scopo culturale e didattico e anche un’affascinante meta turistica.

Chi vorrebbe i musei attori impegnati in un più ampio contesto sociale e politico, e in una direzione precisa che vada molto oltre la semplice conservazione di oggetti, opere e manufatti: per esempio la “giustizia sociale”, “l’uguaglianza mondiale”, il “benessere planetario”.

Chi come, la Commissione speciale istituita da ICOM definirebbe i musei come:

  • spazi democratizzanti, inclusivi e polifonici per il dialogo critico sul passato e sul futuro.
    Riconoscendo e affrontando i conflitti e le sfide del presente, conservano reperti ed esemplari in custodia per la società, salvaguardano ricordi diversi per le generazioni future e garantiscono pari diritti e pari accesso al patrimonio per tutte le persone.
  • O ancora, come soggetti partecipativi e trasparenti che lavorano in partnership attiva con e per le diverse comunità al fine di raccogliere, preservare, ricercare, interpretare, esporre e migliorare la comprensione del mondo, con l’obiettivo di contribuire alla dignità umana e alla giustizia sociale, all’uguaglianza globale e al benessere planetario.

È certamente un dibattito interessante ove, probabilmente, ogni posizione ha una base, più o meno vasta, di ragione.

Ma mentre a livello internazionale dibattono, io penso che forse potrebbe aiutare a meglio comprendere il problema cercare occasioni di conoscere nel concreto, come un museo è nato, come si è organizzato, come si è trasformato per adeguarsi ai tempi e ai valori sempre nuovi che la società contemporanea produce in ogni campo di attività.

Può essere utile, in una parola, conoscere la storia del Museo.

Mi è capitato sott’occhio proprio in questi giorni un progetto che pare risponda a questa mia curiosità.

Mi riferisco a 2 minuti di MAMBo extended, un format di engagement digitale promosso dall’Istituzione Bologna Musei che ripercorre i momenti salienti della storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e del MAMbo attraverso le voci di alcuni dei protagonisti della vita culturale bolognese.

Si tratta di un progetto che rilancia l’esperienza avviata in pieno primo lockdown dal 10 marzo al 30 luglio 2020, quando sono stati pubblicati 93 video brevi (2miniti di MAMBo) che affrontavano da più voci e da più punti di vista i principali ambiti tematici che caratterizzano l’attività del Museo

Quei due minuti servivano per mantenere vivo il rapporto col pubblico.

Ora invece, questa nuova iniziativa non è più legata alla condizione straordinaria della pandemia ma vuol essere uno strumento vivo, in continua evoluzione, dell’identità stessa del museo.

2 MINUTI DI MAMBo EXTENDED presenta un nuovo filone di indagine e di approfondimento che al momento comprende 16 contributi originali all’interno dei quali si è dato particolare spazio alla ricostruzione della storia del museo.

È uno strumento attraverso il quale l’Istituzione riflette su sé stessa e la propria identità, affidandosi alle voci di chi, a partire dagli anni Settanta, ha contribuito alla sua nascita e al suo sviluppo, facendone un punto di riferimento nel panorama museale dell’arte contemporanea italiana.

  • Si è partiti con un video di Gianfranco Maraniello, primo direttore del MAMbo e dell’Istituzione Bologna Musei, che ha accompagnato il museo nel complesso passaggio dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna alla forma odierna, dalla vecchia alla nuova sede espositiva, dalla precedente denominazione a quella presente;
  • poi Danilo Eccher, curatore e storico dell’arte, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna dal 1995 al 2000 che ha fornito un contributo alla narrazione di anni cruciali, di eccellenza culturale, che hanno segnato un periodo fondamentale per le istituzioni bolognesi, culminato nel 2000 con Bologna Capitale Europea della Cultura;
  • poi le riflessioni di Dede Auregli curatrice della Galleria d’Arte Moderna di Bologna dal 1982 al 2005;

Fabiola Naldi, curatrice, docente e storica dell’arte, che indaga la scena critica bolognese tra anni Settanta e Ottanta;

Renato Barilli, storico dell’arte, docente, critico, curatore, che contestualizza il clima degli anni Settanta a Bologna e i momenti artistici che segnano il percorso del Museo;

E molti altri che permettono al progetto di avere contenuti di alto valore, capaci di costruire una memoria collettiva sull’istituzione MAMbo, sul suo passato, sugli eventi e sui protagonisti della sua storia.

Un archivio di voci e di esperienze che possano illustrare il percorso svolto in oltre 45 anni di attività e dare maggiore consapevolezza sulle scelte del presente e del futuro.

Ne nasce un profilo di Museo che contiene, seppure in dimensioni variabili, tutti gli elementi presenti nelle diverse definizioni che sono al centro del dibattito dell’ICOM.

Un invito a semplificare i linguaggi e lasciare che, almeno nell’arte rimanga, quella dimensione imponderabile di fantasia, creatività e libertà che dovrebbe essere l’anima del museo.

Focus cultura è la nuova sezione di Pikasus ArteNews che invita alla riflessione sul valore dell’arte, in tutte le forme espressive del pensiero e della creatività umana. Focus indaga il ruolo e il contributo fondamentale dell’arte per uno sviluppo equilibrato, sostenibile e “umano” della società. Le materie saranno le più varie, dalla presentazione di riviste specializzate anche di nicchia, alla recensione di libri, ad ogni altra iniziativa che nasca da donne e uomini creativi ispirati e capaci di formulare ipotesi coraggiose per il bene comune

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