Le opere di Levini tracciano una grande mappa concettuale espressione dei diversi linguaggi usati dall’artista
Felice Levini – Visioni e geografie
Il Museo Chini, già denominato Museo della Manifattura Chini, è ospitato in palazzo Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo.
Fu aperto nel 1999 e segue il percorso artistico di galileo Chini e dei suoi familiari, impegnati nella manifattura artistica.
Il Museo ospita anche mostre temporanee nello spazio denominato Chini Contemporary..
Ora riapre al pubblico dopo la chiusura causata da Covid19 nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste.
Tra queste Visioni e Geografie di Felice Lavini.
Felice Levini nasce a Roma nel 1956, dove tuttora vive e lavora.
Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, nel 1978 insieme a Giuseppe Salvatori e a Claudio Damiani, e poi con Vittorio Messina e Mariano Rossano, aprì uno spazio in via S. Agata dei Goti gestito dagli stessi artisti, che diventò luogo di incontro per mostre e serate di poesia
Negli ultimi anni ’80, realizza opere tridimensionali dominate da una struttura solida e geometrica che conducono anche ad architetture lineari.
Autoritratti, animali, arabeschi sono i temi ricorrenti in questi anni. Nel corso degli anni ’90 il suo lavoro oscilla tra l’astratto e il figurativo; nei suoi allestimenti, alla ripetizione dell’immagine, che la rende astratta, viene contrapposta la presenza umana, viva.
Le oltre quaranta opere che si susseguono nell’infilata dei sei saloni dedicati tracciano una grande mappa “concettuale” e “ricognitiva” dei molteplici linguaggi utilizzati dall’artista.
In questa esposizione, che vanta anche alcuni lavori inediti, Levini non manca di restituirci una visione dell’arte come forma nuova della realtà che appare – inevitabilmente – nella sua inedita complessità.