ERNST HAAS. The American West

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- DATA INIZIO: 04/11/2022

- DATA FINE: 21/01/2023

- LUOGO: PARIGI - Les Douches la Galerie

- INDIRIZZO: 5, rue Legouvé - 75010 Paris

- TEL: 01 78 94 03 00

Ernst Haas è il fotografo che maggiormente ha rappresentato la complessa realtà del West Americano.

ERNST HAAS. The American West

 

 

PARIGI – Les Douches la Galerie 5, rue Legouvé – 75010 Paris

Dal 04/11/2022 al 21/01/2023

Dal 2006, Les Douches la Galerie difende la fotografia storica e contemporanea, con particolare attenzione alla fotografia documentaria, alla sperimentazione formale e alle attuali proposte artistiche che mettono in discussione i confini del mezzo.

Il 4 novembre 2022 la galleria ha aperto i suoi spazi ad Ernst Haas (Vienna 1921 -New York 1986).

Haas si interessa di fotografia nell’immediato secondo dopoguerra fotografando il rientro dei prigionieri di guerra austriaci.

Quei primi scatti attirarono su di lui l’attenzione di LIFE, che gli offrì un contratto da fotografo interno.

Haas rifiutò l’incarico per preservare la propria indipendenza mentre nel 1949, invitato da Robert Capa, accettò di entrare a far parte dell’agenzia Magnum.

Qui ebbe modo di stringere rapporti con Henry Cartier Bresson e di intensificarli con Werner Bishof, al quale era legato da una profonda amicizia iniziata un paio d’anni prima lavorando per l’agenzia fotografica Black Star.

Tuttavia, nel 1952 accettò l’incarico di LIFE per un servizio sul west americano e iniziò un viaggio in autostop lungo le strade del New Mexico, alla ricerca dei paesaggi mitici che lo avevano affascinato da bambino.

Del viaggio la rivista ha pubblicato un saggio di tre pagine doppie intitolato Land of Enchantment: A Hitchhiker with a Camera Records New Mexico’s Many Moods.

Quelle foto, in bianco e nero, erano però solo l’inizio di un’opera più ampia sul West che per oltre trent’anni hanno portato Haas a fotografare indiani, cow boy, praterie, cavalli, rodei e strade polverose, a colori.

Secondo Inge Bondi, Haas “Fotografando in bianco e nero il deserto del New Mexico, sentiva un grande bisogno di colore. Inizia così il lavoro della sua vita sugli usi e il significato del colore in fotografia.»

Per lo stesso Haas l’esperienza del viaggio per LIFE fu la fine del grigiore. Come in primavera, quando tutto rinasce, ho voluto celebrare questo nuovo periodo, traboccante di speranza, di colore.

Da allora nel West americano Haas ha mostrato, a colori, grandi distese di cielo sopra una strada fiancheggiata da pali del telegrafo che svanivano nella polvere in lontananza, o una donna indiana fotografata in primo piano sulla sinistra dell’inquadratura, un bambino e una seconda donna che portava un bambino, sottile composizione triangolare che guida lo sguardo verso il pueblo sullo sfondo.

Ernst Haas aveva una perfetta padronanza delle peculiarità di Kodachrome.

Poiché la pellicola a colori non perdona e l’esposizione deve essere perfetta al momento dello scatto, non è possibile alcun ritocco in seguito.

Fin dall’inizio, Haas è stato in grado di dominare le esigenze di questo strumento e, nel suo lavoro sulle pareti rocciose e sulle loro infinite variazioni sullo stesso colore, ha saputo giocare sulle sottili gradazioni di tono, pur conservando un’impressione di profondità e movimento nell’inquadratura.

Questa sua straordinaria capacità gli ha permesso di continuare a ricevere commissioni di riviste che gli permisero di continuare la sua ricerca nel West americano arrivando a poter entrare come fotografo nei set cinematografici dove ha realizzato le sue foto più belle.

La sua capacità professionale e la sua passione per gli indiani si è manifestata in particolare durante le riprese del famoso film di Dustin Hoffman Little Big Man dove la meticolosa ricostruzione della vita degli indiani d’America gli ha permesso di trasportare lo spettatore nell’Ottocento.

Egli sentiva un legame molto forte con la loro filosofia e il loro modo di vivere e ricordava spesso In questa regione di mesas e case di mattoni, ho dormito sotto le stelle con gli indiani, ho guardato il mondo dal loro punto di vista.

Aveva con loro discussioni filosofiche sotto i tepee e sentiva una grande affinità.

Haas si considerava un poeta con una macchina fotografica e la sua vasta esplorazione del West americano dimostra perfettamente la sua volontà di infondere la sua conoscenza e sensibilità nel suo lavoro utilizzando tutte le strategie visive a sua disposizione e cercando modi innovativi per ritrarre il mondo attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

ORARI

  • Mercoledì > sabato 14.00 – 19.00
  • Su appuntamento altri orari

INFO

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