ERNESTO NETO MENTRE LA VITA CI RESPIRA – SoPolpoVit’EreticoLe

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- DATA INIZIO: 10/06/2021

- DATA FINE: 26/09/2021

- LUOGO: BERGAMO - GAMeC

- INDIRIZZO: Via San Tommaso 53

- TEL: +39035 270272

Nuovi universi di senso, concepiti come strumenti per curare le ferite della società contemporanea, nelle installazioni dell’artista brasiliano Ernesto Neto

ERNESTO NETO MENTRE LA VITA CI RESPIRA – SoPolpoVit’EreticoLe

 

Ernesto Neto, Mentre la vita ci respira,Sopolpovitereticole, Installation view
Ernesto Neto, Mentre la vita ci respira,Sopolpovitereticole, Installation view

 

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea/ GAMeC di Bergamo è stata inaugurata nel 1991.

Modello virtuoso di gestione condivisa pubblico-privato, la Galleria si trova di fronte all’edificio neoclassico che ospita l’Accademia Carrara, negli spazi un tempo occupati dal quattrocentesco Monastero delle Dimesse e delle Servite.

Dal 10 giugno la Galleria porta a Bergamo un progetto inedito di Ernesto Neto.

Artista brasiliano, nato a Rio de Janeiro nel 1964, Ernesto Neto scolpisce spazi, suggestioni, atmosfere.

Le sue installazioni creano percorsi labirintici da attraversare con il corpo e con i sensi, luoghi dove perdersi tra i morbidi profili di elementi in lycra colmi di spezie dagli aromi penetranti o di frammenti di polistirolo per vivere un’esperienza coinvolgente.

A distanza di vent’anni dalla prima partecipazione dell’artista alla Biennale di Venezia curata nel 2001 da Harald Szeeman, Ernesto Neto torna in Italia con un progetto inedito, che rappresenta un preludio alla mostra Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione in programma alla GAMeC nell’autunno del 2021.

Vista dall’alto, la grande installazione centrale, dal titolo SoPolpoVit’EreticoLe, si presenta come una specie di agroglifo, un polpo disegnato sul pavimento della sala, i cui tentacoli si muovono in direzioni diverse, ricordando così anche il movimento del boa presente in numerosi progetti di Neto.

Un po’ polpo, un po’ sole, un po’ cellula, il disegno presenta, al centro, un cerchio pensato come una sorta di ombelico.

Nucleo generatore per eccellenza, l’ombelico è un simbolo transculturale che proietta sul concetto stesso di centro l’analogia tra universo e corpo.

Da qui la “vita” evocata nel titolo del lavoro, che si configura come un acrostico composto dalle parole “sole”, “polpo”, “vita” ed “eretico”, assemblate in modo da trasmettere un senso di musicalità e movimento.

L’installazione unisce l’attenzione per i temi dell’ecologia, del ritualismo e della spiritualità, caratteristici della ricerca di Neto, a visioni e suggestioni suggerite dal confronto con le origini medievali del palazzo e con la sua storia centenaria.

L’installazione costituisce in ultima analisi un potente inno alla vita, alla natura nella sua dimensione più ancestrale, e un invito a riconsiderare l’importanza di una visione non antropocentrica dell’universo.

ORARI DI APERTURA

  • Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 15.00-20.00
  • Sabato e domenica: 10.00-18.00
  • Al mattino su prenotazione per scuole e gruppi organizzati

INFO

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