Cinque artisti diversi per tecniche, formazione e pensiero invitano a incontri con il paesaggio e la terra, sia nelle gallerie del TAXISPALAIS che al di fuori dell’istituzione artistica.
ECO Land Art
INNSBRUCK – TAXISPALAIS Kunsthalle Tirol Maria-Theresien-Straße 45
Dal 26/11/2022 al 26/02/2023
Dal 26 novembre 2022 la galleria Taxipalais Kunsthalle Tirol di Innsbruck ospita una mostra collettiva dal titolo ECO Land Art, a cura di Nina Tabassomi.
Gli artisti chiamati ad esporre hanno affrontato un tema di grande attualità:
Come vogliamo incontrare la terra e il paesaggio e vivere con loro?
La capacità dell’arte di consentire costellazioni di percezione profonda e affetto premuroso può avere un ruolo in questo?
L’arte potrebbe essere attualizzata per fungere da antidoto alla logica interventista, sfruttatrice e colonialista dell’uso del suolo?
Le azioni artistiche, le discussioni e le letture possono aiutarci a esercitarci a collocarci in una comunità umile con la terra?
In Eco Land Art, gli artisti ci invitano a incontri con il paesaggio e la terra, sia nelle gallerie del TAXISPALAIS che al di fuori dell’istituzione artistica.
Cinque gli artisti coinvolti nel progetto:
Marwa Arsanios, è un’artista, ricercatrice e regista di Beirut nata nel 1978;
Alex Cecchetti, è un artista, poeta e coreografo italiano con sede a Parigi e Londra, nato a Terni nel 1977;
Katharina Cibulka, nata a Innsbruck nel 1975 è un’artista, regista e fotografa femminista austriaca il cui lavoro affronta l’ineguaglianza di genere e le strutture di potere attraverso progetti di arte pubblica come la sua serie di installazioni “SOLANGE”;
Hannelore Nenning, nata a Lienz nel 1947 è artista sensibile ai temi del paesaggio;
Amol K Patil, nato nel 1987 è un artista concettuale e performer con sede a Mumbai, che considera la sua ricerca artistica un tentativo di riconquistare il movimento vibrante e il suono dell’architettura “chawl” in cui è cresciuto.
Chawl è una forma di edilizia sociale a cinque piani per operai e fabbriche costruita nei primi anni del 1900, caseggiati vicini l’uno all’altro, lunghe verande che collegano i suoni della vita familiare creando un unico suono senza confini di pavimenti o pareti.