Il Museo Pietro Canonica vuol dare il suo contributo alle celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante
Dante nelle sculture di Pietro Canonica
Il museo Pietro Canonica conserva le opere dell’artista che tra fine Ottocento e prima metà del Novecento si è affermato come uno degli artisti più richiesti tutte le corti d’Europa.
Per lungo tempo numerose sono state, infatti, le commissioni di opere celebrative, ma soprattutto busti, ritratti palpitanti ed incisivi, eseguiti con una perizia tecnica rara e una grande sicurezza nel modellato.
In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri il Museo propone la mostra Dante nelle sculture di Pietro Canonica per approfondire il rapporto tra lo scultore e il sommo poeta.
Pietro Canonica (Moncalieri, TO 1869 – Roma 1959) amava molto leggere Dante, lo dichiara apertamente nelle sue memorie ma soprattutto se ne può trovare testimonianza in alcune sue sculture.
Un rapporto evidente là dove l’omaggio al poeta è diretto, ma anche una traccia da cercare, da mettere in evidenza là dove Canonica si ispira al mondo poetico di Dante.
Queste opere, individuate all’interno della collezione permanente del Museo, in occasione della mostra sono state integrate dal ricco materiale fotografico e documentario solitamente conservato nell’archivio storico.
Dall’indagine sono emersi segni e indizi che fanno capire l’importanza di Dante per l’immaginario dello scultore piemontese e il suo mondo creativo.
Si vede con quali versi e con quale iconografia Canonica si è confrontato, quali tematiche ha selezionato e quali simboli ha scelto per dare corpo alla sua “idea” di Dante.
Dallo studio e dall’accostamento dei materiali sono arrivate nuove interessanti letture delle opere di Pietro Canonica.
Il percorso interessa la Sala III, la Sala VII e la Sala del Camino, al piano terra del Museo, con un allestimento che attraverso apparati didattici e multimediali permette al visitatore di approfondire alcune tematiche e di immergersi in un contesto evocativo ed emozionale grazie anche alla lettura di alcuni versi tratti dalle opere di Dante.
Significative alcune sculture in mostra come L’Abisso (1909) che, secondo gli studiosi, raffigura lo sfortunato amore di Paolo e Francesca, narrato nel Canto V dell’Inferno e La Veglia dell’Anima (1920), tema presente nel canto XVIII del Purgatorio.
Tra le opere che più esplicitamente omaggiano Dante un gesso raffigurante Beatrice (1910), calco dell’originale in marmo e bronzo che da fonti archivistiche risulta presente al Museo Peterhof di San Pietroburgo, in Russia.