Daniela Comani, l’artista che produce le proprie opere raccogliendo e rielaborando citazioni da opere di narrativa classica e contemporanea.
DANIELA COMANI THE BEGINNING THE END / L’INIZIO LA FINE
La Galleria Studio G7 viene fondata nel 1973 e inizia la sua attività espositiva con una mostra d’avanguardia: gli acciai specchianti di Michelangelo Pistoletto.
Nel corso degli anni Ottanta, accanto ad un costante interesse verso le nuove tendenze, la galleria ha dato ampio spazio ad artisti stranieri di fama internazionale
Fin dagli esordi della sua attività lo Studio G7 ha riservato una particolare attenzione alla, riconoscendole un ruolo di centralità nel panorama artistico contemporaneo.
Dal 12 dicembre la galleria ospita una mostra personale di Daniela Comani.
Daniela Comani (Bologna, 1965) vive e lavora a Berlino.
Storia, identità, genere e linguaggio sono i temi del suo lavoro multimediale.
L’artista bolognese è stata vincitrice di premi e borse di studio e ha all’attivo numerose collettive e personali in Italia e all’estero e sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni museali..
Nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia per il Padiglione di San Marino.
Le opere di Daniela Comani sono progetti in progress che possono acquisire – negli anni – diverse forme: serie di fotografie, libri e poster (in diverse lingue), installazioni pubbliche, audio, video.
La mostra The Beginning The End è un progetto che raccoglie una collezione di 424 citazioni tratte dalla narrativa classica, contemporanea e di genere, raccolta realizzata dall’artista nel 2020, in tempo di isolamento, lavorando su materiale catalogato nel 2014.
Il lavoro si sviluppa attraverso la stesura di un libro diviso in due parti simmetriche, L’inizio e La fine, che si incontrano nell’esatta metà del volume stesso.
Comani ha raccolto la prima e l’ultima frase di 212 romanzi.
L’inizio segue la struttura di un collage e dà vita a una nuova storia data dagli incipit dei testi ordinati seguendo un senso logico di narrazione.
La fine, invece, diventa una storia di coincidenze nata dalla sequenza di tutte le corrispettive ultime frasi.
In alcuni casi, l’artista ha scelto di ricorrere a un artifizio, adattando cioè la citazione e portando la frase in prima persona, come atto di appropriazione.