La più bella partita difensiva del Bologna di Mihajlovic finisce con un pareggio.

L’1-1 sul campo del Toro è figlio di uno svarione di Da Costa, che devia in porta con le gambe l’unico tiro a rete dei granata.

La punizione di Verdi é maligna ma un tentativo di parata più ortodosso, con l’uso delle mani, avrebbe neutralizzato il tiro.

Ci pensa Soriano, nel finale, stupendamente assistito da Vignato, a firmare il gol di un pareggio che va stretto al Bologna.

Stretto per la traversa di Svanberg (suo l’Oscar della jella), per gli errori di tiro di Barrow e Palacio, che impediscono alla squadra di Sinisa di far valere un’ evidente supremazia tecnica.

Comunque la rigiri, questo Bologna fatica a trovare equilibrio fra le due fasi di gioco e questi novanta minuti sono un passaggio importante verso il futuro.

Contro il Toro la difesa funziona in modo quasi perfetto mentre l’attacco non sa proporre la brillantezza di altre occasioni.

Pero’ la sfida dell’Olimpico granata racconta cose importanti in chiave futura.

Medel centrale difensivo, accanto a Danilo, é oggi la miglior soluzione possibile per il reparto.

Veloce, tempista, rapidissimo negli spostamenti, lotta con foga e toglie palla il contrasto a quel ciclone di Belotti.

Non male anche il duo centrale Svanberg-Dominguez, ma il recupero di Schouten, entrato nel finale, sembra imprescindibile.

A rendere finalmente solida la difesa d Bologna collaborano in modo determinante gli esterni di attacco, Barrow e il piccolo Vignato, davvero uomo-ovunque, un concentrato di tecnica e personalità.

Insomma é un Bologna che va oltre il risultato finale, obiettivamente stretto. Una squadra che recupera Djiks, che trova un assetto difensivo credibile e aspetta almeno un nome nuovo per l’attacco dal mercato di gennaio.

In zona-gol Soriano si conferma implacabile, gli altri pagano pedaggio alla fatica, mancando occasioni clamorose.

Ma la sensazione é che Mihajlovic abbia trovato una strada per rendere più solida la sua difesa e più equilibrata la squadra.

Sono gradite conferme.