CUORE ROSSOBLÙ

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di Giuseppe Tassi

La cura per i mali del Bologna? Un po’ di sano calcio da oratorio

Ecco perché dico: rispolveriamo serenamente il calcio da oratorio, la palla in fallo laterale, il lancio lungo anche alla cieca

La cura per i mali del Bologna? Un po’ di sano calcio da oratorio

La cura per i mali del Bologna? Un po’ di sano calcio da oratorio.
Non sempre, ma quando serve.
Mi spiego.
Presente il primo gol della Lazio? È vero che il talentuoso Luis Alberto si invola a tutta velocità e si mangia la difesa prima di scoccare il tiro fatale.
Ma il guaio nasce sulla trequarti di campo, quando Danilo perde palla nel tentativo ostinato di fare una giocata, di costruire dal basso, come piace tanto agli allenatori di oggi. È proprio da lì che il Bologna comincia a perdere la partita. E in un’altra occasione, del tutto simile, la Lazio ci grazia calciando fuori.
Ecco perché dico: in certe situazioni rispolveriamo serenamente il calcio da oratorio, la palla in fallo laterale, il lancio lungo anche alla cieca.
Smentiremo il precetto della costruzione dal basso ma rischieremo molto meno.
Esaurita la premessa, restano i dati allarmanti: 4 sconfitte su 5 gare e 38 partite di fila con la porta violata.
Eppure resto ottimista, a dispetto di tutto, perché se il Bologna riesce ad emendare certi peccati può risalire la china.
Ieri ha dominato il primo tempo con pressing asfissiante e 10 tiri in porta, non é sparito nella ripresa, come con il Sassuolo e ha costruito scorci di grande calcio.
In più si è visto scippare un magnifico gol di Svanberg (oscar della sfortuna) per un fallo di Schouten, che l’arbitraggio all’inglese di Irrati avrebbe tollerato senza la lente impietosa del Var.
Morale, avanti con lo spirito guerriero di Mihajlovic ma non dimentichiamo il calcio da oratorio.
Almeno quando serve.

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