CUORE ROSSOBLÙ

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di Giuseppe Tassi

Genoa – Bologna 2-0. Per il Bologna arriva una bocciatura senza appello

E’ la sconfitta più grave della stagione e arriva dopo cinque pareggi consecutivi

Genoa – Bologna 2-0. Per il Bologna arriva una bocciatura senza appello

E’ la sconfitta più grave della stagione.
Non c’è il minimo dubbio.
Arriva dopo cinque pareggi consecutivi, nel momento in cui il Bologna dovrebbe alzare la testa per fare un salto di qualità in classifica.
E invece dalla gara col Genoa arriva una bocciatura cruda e senza appello che suggerisce i peggiori pensieri.
Il Bologna conclude a rete due volte in novanta minuti, conferma la sterilità dell’attacco e la prevedibilità di un possesso palla ostinato ma improduttuvo.
E a poco serve cambiare le pedine in campo nel finale di gara, inserendo Barrow e Skov Olsen, perché la musica non cambia.
Il gioco elementare del Genoa, che non vinceva in casa dalla prima di campionato, conferma che un calcio più verticale e speculativo paga, se hai attaccanti svegli e reattivi come é apparso perfino il Destro di oggi, autore del secondo gol del Grifone.
In compenso il Bologna ricade nei suoi storici errori difensivi, che spianano la strada alla banda di Ballardini.
Prima un ritardo colpevole sul gol di Zajc, favorito dalla solita respinta corta e centrale di Da Costa.
Poi il grave errore di Schouten che invece di spazzare via palla sulle soglie dell’area prova a giocarla dal basso, come insegna una tattica suicida e finisce per concederla a Destro.
La pesante sconfitta annota pochi elementi positivi: la qualità di Tomiyasu, la buona tenuta fisica della squadra, la voglia di provarci fino all’ultimo minuto.
Vanno in panne i giovani talenti con la strana topica dell’olandese, l’affannosa corsa di Dominguez, costretto a mettere pezze dovunque, e la giornata grigia di Hichey, poi rilevato da Dijks dulla fascia.
Guardando in prospettiva, il calendario mette paura (arrivano Verona e poi Juve e Milan in sequenza) ma contro le grandi il Bologna sarà al massimo delle motivazioni, recupererà l’espetienza preziosa di Medel e, forse, avrà dal mercato quel centravanti che manca come l’aria.
Quel riferimento offensivo che può aiutare Mihajlovic a trovare altre chiavi di gioco.
Senza restare prigioniero del suo schema ostinato ma prevedibile, che a tratti diventa una camicia di forza.

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