Da 3-1 a 3-4 per il Sassuolo.

La sconfitta in rimonta del Bologna di Mihajlovic non mi sorprende.

Se devo essere sincero, non mi sono sentito tranquillo neppure dopo il 3-1 del redivivo Orsolini.

La vulnerabilità difensiva del Bologna é ben nota ma non era tanto quella a preoccuparmi.

Vedevo un Sassuolo vigoroso e arrembante davanti a una squadra incapace di inventarsi un altro copione che non fosse il pressing ossessivo sui portatori di palla avversari.

Il calcio di Mihajlovic produce spettacolo e azioni mirabolanti, come quella del 2-1 firmato da Svanberg.

Il problema è che questo tipo di strategia pretende un dispendio di energie fisiche e mentali troppo alto per spalmarlo su novanta minuti di gioco.

Se poi di fronte c’è un Sassuolo giovane, vitalissimo e tirato a lucido, i limiti del Bologna balzano all’occhio in maniera ancor più evidente.

Oggi il calcio di Mihajlovic é solo una magnifica utopia perché la squadra ha una condizione fisica non ottimale e perché la panchina é talnente impoverita, da partenze e infortuni, da non consentire le indispensabili rotazioni.

E così il Bologna corre incontro al suo destino di bellissima incompiuta, con gli ammirevoli Palacio e Soriano che provano a trasmettere la loro lezione ai giovani e a tenere a galla la barca.

Per evitare che il campionato, dopo tre sconfitte, scivoli su una china pericolosa, Mihajlovic deve insegnare ai suoi che esiste anche un altro calcio, fatto di opportunismo, di resistenza passiva, di possesso palla finalizzato a perdere tempo.

É una componente essenziale per evitare di arrivare logori alle fasi finali della partita.

Nel campionato scorso il Bologna era spesso protagonista nei secondi tempi.

Forse perché amministrava meglio il suo patrimonio di risorse atletiche.

Sinisa sa che deve recuperare quella dimensione, se vuole conciliare spettacolo e risultati. Altrimenti arriveranno altre sconfitte amarissime come quella col Sassuolo.