Cristian chironi. Unbuilt venice

Cristian Chironi Unbuilt Venice esplora progetti mai realizzati per Venezia presso Ncontemporary fino al 31 agosto 2024.

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Venezia – Ncontemporary

Fondamenta S. Giacomo 199 – Isola della Giudecca

Cristian chironi. Unbuilt venice

Fino al 31 agosto 2024
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Ncontemporary è una galleria dedicata all’arte contemporanea aperta a Londra nel 2014 per iniziativa di Emanuele Norsa. Alla sede londinese sono poi seguite una galleria a Milano e dall’aprile 2024 una a Venezia nell’isola della Giudecca. A Venezia, fino al 31 agosto 2024, la galleria dedica una mostra personale all’artista sardo Cristian Chironi.

Cristian Chironi. Abitare è un linguaggio

Nato a Nuoro nel 1974, Chironi vive e lavora tra Bologna e l’Europa. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Egli utilizza diversi linguaggi facendoli dialogare spesso insieme, realizzando lavori site-specific di carattere performativo e installativo, cercando sempre l’interazione con il contesto, sia esso umano (pubblico) che ambientale (spazio). La sua ricerca mira a mettere in relazione una pluralità di concetti come realtà e finzione, memoria e contemporaneità, figura e immagine bidimensionale e tridimensionale, conflitto e integrazione.

La mostra e le “occasioni mancate” di grandi architetti

La mostra “Cristian Chironi. Unbuilt Venice” si presenta come un itinerario artistico multidisciplinare dedicato alle “occasioni mancate” concepite da grandi architetti del XX secolo per Venezia e i suoi dintorni mai realizzate. Il tema mette in luce le contraddizioni esistenti di Venezia tra nuovo e vecchio e riflette la resistenza al cambiamento di una città che Le Corbusier considerava già “una totalità”. La pratica di Cristian Chironi è da tempo declinata attraverso un linguaggio dell’abitare. L’artista ha vissuto e lavorato in case iconiche sparse in tutto il mondo, approcciando la ricerca artistica in molteplici modi per creare un legame inestricabile con l’architettura.

Giacomo Manzù (1908-1991) – Catalogo ragionato

In questo modo, le abitazioni diventano un punto di osservazione privilegiato per l’artista per riflettere su questioni legate alla gentrificazione, ai cambiamenti urbani e alle condizioni sociali, instaurando una relazione con il contesto che lo porta a confrontarsi con culture e costumi sempre diversi. La mostra “Unbuilt Venice” nasce dall’“occasione mancata” di abitare quattro architetture veneziane mai realizzate: Palazzo Masieri progettato da Frank Lloyd Wright, memoriale e dormitorio per studenti sul Canal Grande; l’Ospedale Civile assegnato a Le Corbusier, che doveva sorgere all’estremo limite del sestiere di Cannaregio; il Palazzo dei Congressi di Louis Kahn, concepito tra i giardini e l’arsenale della Biennale; e infine il progetto di Isamu Noguchi per il parco di Jesolo.

Una Biennale senza memoria non ha futuro

Progetti mai realizzati perché considerati troppo moderni ed estranei alla fissità iconografica della città che, ripensati oggi, riaprono diverse riflessioni sulla crisi di rinnovamento che caratterizza Venezia, dove l’insostenibilità del turismo e lo spopolamento rappresentano l’aspetto più drammatico.