La mostra Come un cane ballerino offre una genealogia femminile personale e culturale dell’artista, che per il curatore è “un lavoro multiplo, che si sviluppa in un percorso scandito dai suoi singolari usi dello strano e dell’ambiguo”
Come un cane ballerino – Natacha Lesueur
Creata nel 1666 su impulso di Jean-Baptiste Colbert e Gian Lorenzo Bernini, l’Accademia di Francia accoglieva sia i vincitori del Prix de Rome, sia i borsisti protetti dai grandi nobili francesi.
I giovani artisti nominati dal re, avevano la possibilità di accrescere la loro formazione grazie al contatto con Roma e l’Italia.
Oggi L’Accademia di Francia a Roma partecipa a scambi culturali ed artistici, organizza mostre, concerti, convegni e seminari su temi relativi alle arti, alle lettere e alla loro storia.
Concepita dal decreto del 1971 come luogo ideale di incontri italo-francesi, Villa Medici riveste un ruolo decisivo nella vita culturale romana ed europea.
Dal 13 ottobre propone una mostra dell’artista francese Natacha Lesueur.
Curata da Christian Bernard, la mostra rende omaggio al lavoro svolto per quasi 30 anni dall’artista ed ex borsista di Villa Medici.
Nata nel 1971 a Cannes Natacha Lesueur si forma a Villa Arson a Nizza prima di presentare la sua prima mostra personale nel 1996.
Vincitrice del premio Ricard nel 2000 e borsista all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici nel 2002-2003, Natacha Lesueur ha esposto in molti Paesi d’Europa, negli Stati Uniti, in Corea e in Cina.
L’opera di Natacha è essenzialmente fotografica.
I suoi interessi artistici si articolano intorno al corpo, all’apparenza, all’aspetto e all’intima relazione tra il corpo e la sua interiorità.
Attraverso una serie di immagini costruite come quadri, il corpo è sottoposto a diversi trattamenti che rilevano al tempo stesso la costrizione, la messa in scena e la maschera.
Natacha Lesueur cerca di rivelare, non senza umorismo, le manifestazioni dell’espressione di una costrizione sociale e culturale in vari modi:
- attraverso interventi sui marcatori d’identità distintivi, buste di capelli e abbigliamento, veicoli e simboli delle mascherate della femminilità,
- attraverso l’esplorazione di ruoli attribuiti e modelli normativi – sposa, madre, principessa, attrice, ballerina, ecc. –
- attraverso la sovversione delle imposizioni alla bellezza, alla giovinezza o alla magrezza.