Artista visionario e colto, Sergio Angeli si mette alla ricerca di un mondo altro, sospeso tra sogno, ipotesi metafisica e realtà
COLTIVARE MONDI (Mostra personale di Sergio Angeli)
La Galleria d’arte Triphè nasce per iniziativa di Maria Laura Perilli a Cortona nel 2007 con l’obiettivo di promuovere giovani artisti emergenti italiani e stranieri.
Dal 2016 la galleria Triphè inaugura una seconda sede in Roma presso Via Fosse di Castello.
Il 23 settembre nella sede romana della galleria viene inaugurata la mostra COLTIVARE MONDI, personale di Sergio Angeli a cura di Maria Laura Perilli.
Nato a Roma nel 1972 Sergio Angeli è un artista visivo che ha sviluppato la sua ricerca artistica in pittura, installazioni, videoinstallazioni che da dicembre 2020 a marzo 2022 ha lavorato al progetto installativo itinerante Return to the innocence, nella Riserva naturale dell’Aniene a cura di Fabio Benincasa.
Artista colto Angeli coglie l’importanza delle citazioni e tra di esse si muove con energia e disinvoltura che gli permette di elaborare e personalizzare il suo mondo in forme ispirate ad artisti come Fautrier, Mastroianni, Franco Villoresi o Belkahia.
Nella mostra di Roma Angeli presenta un mondo altro una ricerca sulle tracce di un mondo post-umano che, in questo caso, sembra situarsi fuori dall’orizzonte storico, nell’ucronia, presentazione ipotetica, simulata, sulla base di dati non realistici, di un mondo onirico sospeso tra sogno e ipotesi metafisica.
Le sue forme ricche di cromatismo e matericità sembrano gli esiti di un’esplosione quasi a richiamare quella di Zabriskie Point, il famoso film di Antonioni del 1970.
I lavori dell’artista sono emblematici del raggiungimento di una storia, appunto, rigenerata come ferma reazione ai tempi oscuri che stiamo percorrendo.
Nella momentanea sospensione ‘’le figure non figure’’ cercano una nuova definizione, un nuovo ‘’centro di gravità permanente’.
Emerge nella ricerca di Angeli quasi uno stato di sospensione proteso verso un nuovo orizzonte storico, un costante interrogarsi con figure embrionali che si avvinghiano tra di loro e si pongono in uno stato innaturale di estrema sofferenza.