La Fondazione cassa di Risparmio di Jesi propone una mostra che vuol contribuire a un giusto riconoscimento del lavoro artistico di Claudio Cintoli.
CLAUDIO CINTOLI Immaginazione senza limiti. 1962 – 1972
La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi presenta la mostra personale dell’artista marchigiano Claudio Cintoli (1935-1978) curata da Daniela Ferraria e Ludovico Pratesi.
La mostra analizza in maniera specifica la produzione pittorica dell’artista, ed in particolare alcuni dipinti inediti o poco noti come Speed Echipse (1966), La voce dell’erba (1966) o Flamingos (1966-67) provenienti da collezioni private.
Si tratta di opere di grandi dimensioni con soggetti tratti dalla pubblicità ed eseguiti in uno stile vicino alla Pop Art.
Questo stile si ritrova anche nei 13 collage dei primi anni Sessanta, ugualmente esposti in mostra a Jesi, ai quali la critica non ha ancora dato il peso che meritano, destino di un artista che non ha ancora avuto il giusto riconoscimento che gli sarebbe dovuto.
Queste opere rappresentano la prima sezione della mostra che si propone di mettere a fuoco le tematiche e le modalità compositive elaborate da Claudio Cintoli tra Roma e New York, dove risiede tra il 1966 e il ’68.
Un focus fondamentale per considerare il talento pittorico di Cintoli, perfettamente in linea con il clima italiano ed internazionale del tempo.
Una seconda sezione della mostra considera invece il successivo periodo “poverista” dell’artista, rappresentato da alcune sculture che caratterizzano la sua ricerca tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta.
La mostra si conclude con il video Crisalide, che documenta l’azione svoltasi nella sede degli Incontri Internazionali d’Arte a Roma nel 1972: una performance drammatica e incisiva, che introduce l’ultimo periodo di attività dell’artista, scomparso sei anni dopo.
Attraverso il confronto tra i tre linguaggi espressivi propri dell’artista – pittura, scultura e performance – la mostra intende ampliare la conoscenza dell’opera di Cintoli nella sua terra d’origine con la speranza di portare un contributo al riconoscimento del valore di un artista che rischia di essere dimenticato dalla critica e dal pubblico.