La storia della fotografia a colori lungo tutto il XX secolo attraverso lo sguardo acuto di 20 artisti
Villa Medici/Accademia di Francia di Roma ospita la mostra CHROMOTHERAPIA. (La fotografia a colori che rende felici)

Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, dal 2016 ha avviato il programma ART CLUB, ciclo di esposizioni che presenta il lavoro di artisti contemporanei internazionali sotto forma di interventi visivi e plastici negli spazi storici di Villa Medici: le logge, i giardini e la gipsoteca.
Dal 28 febbraio 2025 la Villa ospita una grande mostra fotografica con un curatore d’eccezione, Maurizio Cattelan, che svolge con rigore questo ruolo assieme a Sam Stourdzé.
Si tratta di CHROMOTHERAPIA (La fotografia a colori che rende felici), mostra collettiva che ripercorre la storia della fotografia a colori lungo tutto il XX secolo attraverso lo sguardo acuto di 20 artisti.
L’itinerario espositivo, articolato in 7 sezioni, ci trasporta in mondi vibranti e saturi in cui il colore colpisce la retina e mette in gioco l’intelletto.
I venti fotografi sono distribuiti in queste sette sezioni:
- EARLY BIRDS con opera di Erwin Blumenfeld, Harold Edgerton, Yevonde Middleton e Toiletpaper;
- RAINING CATS AND DOGS con opera di Walter Chandoha, William Wegman e Toiletpaper;
- GLOSSY con opera di Guy Bourdin, Hiro e Toiletpaper;
- FEMME FATALE con opera di Adrienne Raquel, Miles Aldridge, Juno Calypso, Alex Prager e Toiletpaper;
- STRANGER THINGS con opera di Arnold Odermatt, Sandy Skoglund
- FOODORAMA con opera di Martin Parr e Toiletpaper;
- MAKE A FACE con opera di Hassan Hajjaj, Ouka Leele, Pierre et Gilles, Ruth Ossai e Toiletpaper.
Spesso denigrata e raramente presa sul serio, la fotografia a colori ha in realtà permesso ai fotografi di sbizzarrirsi, di mettere mano alla loro tavolozza per ridipingere il mondo.
Sono in tanti a essersi liberati dai vincoli documentaristici del mezzo fotografico per esplorare le comuni radici dell’immagine e dell’immaginario, flirtando con il pop, il surrealismo, il bling, il kitsch e il barocco.
La conquista del colore in fotografia segue di poco l’invenzione del mezzo con i primi esperimenti a scopo scientifico a metà del XIX secolo.
Nel 1907 fu messo a punto il primo procedimento fotografico industriale a colori grazie all’autochrome, creato dai fratelli Lumière.
È l’inizio di un secolo di sperimentazione cromatica: dalle scene ordinarie alle riflessioni filosofiche e politiche, il colore trascende il semplice strumento per diventare elemento narrativo essenziale.
Che si tratti di amplificare i dettagli di una scena quotidiana, di ridefinire i codici di bellezza delle riviste o di immortalare soggetti impegnati, la fotografia a colori offre una visione intensamente cromatica del mondo.
Tale varietà di sguardi e di pratiche rivela un comune filo conduttore: la volontà di mostrare le cose in modo diverso, infondendo nelle immagini la vita e l’emozione che solo il colore può trasmettere.
Nelle sette sezioni i venti artisti in mostra guidano il visitatore in queste emozioni.