Una mostra omaggio a Chiara Fumai, l’artista prematuramente scomparsa nel 2017
La Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare ospita la mostra Chiara says Chiara, aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2025
La Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare inaugura il 19 ottobre Chiara says Chiara la mostra omaggio dedicata a Chiara Fumai, a cura di Andrea Bellini e Milovan Farronato.
In occasione della mostra, il video degli esordi The Moustache Woman (2007) sarà donato dall’Archivio Chiara Fumai alla Fondazione Pino Pascali.
L’ artista di origini pugliesi Chiara Fumai (Roma 1978 – Bari 2017) è tra le più riconosciute nel panorama nazionale e internazionale della sua generazione.
L’esposizione approfondisce l’importanza del pensiero di Carla Lonzi (1931 -1982), scrittrice, critica d’arte, saggista, attivista, editrice.
Lonzi è stata una figura cruciale per il rinnovamento della critica d’arte italiana degli anni Sessanta e personaggio di maggior spicco del femminismo le cui opere sono ancora oggi capaci di interrogativi cruciali e attuali.
Atto critico, rapporto col fatto artistico, soggettività, corpo, sessualità, aborto sono stati tra i temi-chiave più rilevanti della sua elaborazione teorica.
Il riferimento all’opera di Carla Lonzi nella mostra dedicata a Chiara Fumai riecheggiato fin dal titolo, nella pratica dell’artista, presentando l’installazione Shut Up, Actually Talk (2012), concepita da Fumai in occasione della sua partecipazione a Documenta 13 a Kassel.
L’opera è un’installazione sonora in cui la voce registrata dell’artista recita brani da Sputiamo su Hegel (1970) di Lonzi e altri scritti di Rivolta Femminile.
Quasi per effetto delle parole pronunciate, uno scaffale contenente volumi di filosofia collassa al suolo, quasi sprofondandovi insieme a frammenti di mobili, specchi infranti, e alla riproduzione di un celebre ritratto di Hegel, mettendo in scena il collasso della cultura occidentale e patriarcale.
L’opera è qui messa in conversazione con This Last Line Cannot Be Translated, il grande murale, concepito da Fumai nel 2017 a New York durante la sua residenza presso l’ISCP, ed esposto postumo nel Padiglione Italia della 58. Biennale Arte di Venezia nel 2019.
Qui, linee e parole tratte dall’invocazione della Messa del Caos formano il profilo frastagliato dell’interno di una grotta, che accoglie nel proprio perimetro un’antologia esoterica di simboli e sigilli, insieme alle istruzioni per l’uso di un rito di protezione contro ogni condizionamento sociale e spirituale.
L’intera pratica di Chiara Fumai, che si è compiuta nel corso di dieci anni, può essere considerata un atto di rivolta contro le costrizioni, i pregiudizi e gli stereotipi annidati nel sistema di pensiero e di potere e nei meccanismi stessi del linguaggio.