Continua l’interesse per gli artisti italiani delle Staatsgalerie Stuttgart. Dopo Modigliani è ora la volta del Rinascimento veneziano
Staatsgalerie di Stoccarda ospita la mostra CARPACCIO, BELLINI und die Frührenaissance in Venedig, fino al 2 marzo 2025
La Staatsgalerie di Stoccarda è uno dei più grandi musei d’arte della Germania. La collezione comprende dipinti, sculture e grafica dal Medioevo ai giorni nostri, tra cui molti capolavori e una collezione di arte moderna eccezionale a livello internazionale.
L’attività espositiva temporanea si mantiene sempre ai massimi livelli, in linea con la storia e la qualità della Galleria di Stato.
Fino al 2 marzo 2025 il Museo presenta la mostra Carpaccio, Bellini und die Frührenaissance in Venedig.
Vittore Carpaccio (1460/65 circa–1525/26) è uno dei pittori più importanti del primo Rinascimento a Venezia.
Mette in scena le sue narrazioni per immagini colorate e dettagliate sullo sfondo pittoresco della città lagunare o dei paesaggi del Medio Oriente con personaggi realistici che popolano le sue opere.
Intorno al 1500 fu uno dei pittori più attivi di Venezia e gareggiò con maestri oggi molto più famosi come Giovanni Bellini (intorno al 1435–1516).
E tuttavia Carpaccio è riuscito a mantenere la sua posizione unica di cronista della vita veneziana.
In questa mostra Staatsgalerie accosta alcuni dei suoi dipinti più importanti con opere selezionate di Giovanni Bellini e di di altri artisti che operarono a Venezia tra il 1465 e il 1525, tra cui Gentile Bellini e Lorenzo Lotto.
L’interesse del Museo di Stoccarda per Carpaccio è peraltro rafforzato dal fatto che due delle opere principali di Carpaccio sono in possesso della Galleria di Stato e sono state oggetto di restauro e approfondimento per la mostra.
Sono:
- l’imponente pala d’altare con la “Disputa di San Tommaso d’Aquino con i Santi Marco e Ludovico di Tolosa” (1507) che mostra come Carpaccio si è ispirato ad immagini della bottega di Bellini sperimentando nuove composizioni narrativamente accattivanti.
- Il “Martirio di Santo Stefano” (1520) del ciclo per la Confraternita di Stefano a Venezia che illustra invece il fascino che le culture del Mediterraneo orientale esercitarono su Carpaccio e sui suoi contemporanei.
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