Nelle sue trame di filo e di rete metallica Carole Solvay inserisce le cose più varie che la natura fa trovare: ossa di piccoli roditori, capelli, lische di pesce, piume.
CAROLE SOLVAY
La Fondazione Ghisla Art Collection è stata istituita nell’aprile del 2014, con l’intento di mettere a disposizione della collettività un patrimonio artistico di valore internazionale, per essere condiviso da tutti coloro che riconoscono nell’arte una ricchezza indelebile.
La collezione è stata creata dai coniugi Ghisla, spinti da una crescente ed eclettica passione per l’espressività artistica.
La sua sede occupa uno stabile di fattura futuristica, appena realizzato su progetto dello studio d’architettura Moro & Moro di Locarno e si trova nel centro città.
Oltre all’esposizione della ricca collezione, la fondazione propone mostre temporanee sempre di rilevante interesse.
Al secondo piano del Palazzo lo spazio espositivo è dedicato fino al 22 agosto alla mostra dell’artista belga Carole Solvay (1954).
Solitaria e contemplativa per natura, l’artista si avvicina alla creazione artistica come autodidatta.
Sono le tecniche tradizionali di tessitura a dare il primo impulso alla sua carriera, ma ben presto Carole Solvay preferisce la creazione di piccoli pezzi a trama sciolta ai progetti che la sottopongono ai pesanti vincoli del telaio.
L’integrazione del filo e della rete metallica le permette di creare oggetti tridimensionali.
In seguito l’artista inserisce nelle trame materiali trovati nella natura durante le sue frequenti passeggiate: ossa di piccoli roditori, capelli, lische di pesce, piume.
Inizia poi una produzione di piccole cose che chiama affettuosamente i suoi «grigris», i suoi scudi, le sue cinture.
Nelle sue creazioni, tutto ciò che sfiora, ricopre, accarezza, punge, galleggia, levita o svanisce in un raggio di luce rimanda alla memoria di una musica interiore ascoltata in un’infanzia passata a stretto contatto con la natura.
Le sue opere rivelano le emozioni della gioventù, che le convoluzioni dell’oblio dei ricordi hanno sublimato.