Le architetture di Carlo Scarpa hanno sempre trovato ammirazione e interesse nell’ambiente culturale giapponese che Scarpa stesso amava
CARLO SCARPA / SEKIYA MASAAKI Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese – Mostra Treviso
TREVISO – Cà Scarpa Via Canova, 11
Dal 14/04 al 16/07/2023
Dal 14 aprile 2023 la Fondazione Benetton Studi e ricerche di Treviso presenta, nella sede di Cà Scarpa la mostra CARLO SCARPA / SEKIYA MASAAKI. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese, curata da J. K. Mauro Pierconti.
Cà Scarpa è uno spazio espositivo opera dell’architetto Tobia Scarpa, figlio di Carlo, che ha ristrutturato una chiesa monastica che sorgeva proprio nel cuore della città di Treviso.
Una grande struttura metallica, già presente all’interno dell’edificio, è stata recuperata e riutilizzata per suddividere il volume interno in quattro piani, uguali e indipendenti, serviti da una nuova scala sospesa.
Una mostra che esprime il legame particolare tra Carlo Scarpa e le sue scelte architettoniche e l’ambiente culturale giapponese.
Viene presentata l’opera di Carlo Scarpa (1906-1978) colta e interpretata da Sekiya Masaaki (1942-2002), ma anche l’architettura stessa come compresa all’interno del mondo di immagini del fotografo giapponese.
La carriera professionale di Sekiya ha conosciuto varie fasi, tutte incentrate sulla fotografia: da fotografo di architettura a consulente per la progettazione architettonica, fino a diventare promotore di fotografi di talento non ancora conosciuti e quindi bisognosi di sostegno e pubblicità.
E l’esposizione dà conto anche di questi aspetti della sua attività.
La mostra raccoglie 85 fotografie, 54 a colori e 31 in bianco e nero, e si articola in quattro sezioni, distribuite nei vari piani di Ca’ Scarpa.
La prima sezione, al piano terra, raccoglie grandi immagini che rappresentano l’attività di Sekiya Masaaki come promotore di fotografi di talento.
Nella seconda sezione al primo piano viene presentata una selezione di scatti del suo primo lavoro fotografico, quello sulle rovine di Angkor Wat in Cambogia, realizzato quando era ancora uno studente universitario.
Le fotografie sono quasi tutte in bianco e nero.
La ricerca è volta a scavare in quelle rovine consumate dal tempo e divorate dalla foresta: resti di un mondo perduto che, attraverso il nostro sguardo, ritornano potentemente alla vita.
La terza sezione, sempre al primo piano, è invece dedicata al lavoro più completo e importante dell’intera carriera di Sekiya in quest’ambito: l’opera monografica su Otto Wagner a Vienna, pubblicata nel 1998.
Gli ultimi due piani, in cui si snoda la quarta sezione dell’esposizione, sono invece dedicati all’opera di Carlo Scarpa, il lavoro che ha impegnato Sekiya fino alla morte, avvenuta nel 2002, quindi incompiuto e frammentario.
Infatti, Sekiya non riesce a riprendere l’intera opera dell’architetto veneziano.
Eppure, nel suo archivio ci sono alcune migliaia di lastre fotografiche, ben più di mille per la sola Tomba Brion, ripresa in successive campagne.
Questa incompletezza, tuttavia, nulla toglie all’interesse e allo stimolo che queste fotografie suscitano di guardare con occhi rinnovati la ricchezza dell’opera architettonica
Ne è attestazione il volume connesso all’esposizione: Carlo Scarpa / Sekiya Masaaki. Tracce d’architettura nel mondo di un fotografo giapponese / Traces of architecture in the world of a Japanese photographer (Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga Edizioni).