La diplomazia culturale romena riconosce importanza strategica alla Biennale Arte per la promozione e la conoscenza degli artisti e dell’esperienza artistica del Paese.
Infatti, oltre alla mostra presentata nella sede ufficiale del Padiglione Romania ai Giardini della Biennale, è prevista una proposta espositiva anche nello spazio della nuova galleria dell’Istituto Romeno di Cultura storicamente presente nella città lagunare.
Questo particolare interesse è stato manifestato anche dal il segretario di stato al Ministero degli Esteri, Andrei Novac, il quale, in occasione della presentazione del progetto, ha puntualizzato che “la Romania ha una chance straordinaria quest’anno”. “Gli artisti romeni stanno vivendo in questo momento una stagione favorevole. Abbiamo moltissimi artisti importanti e ho notato questo fatto anche alla Fiera d’Arte di Parigi, in autunno, dove, senza alcuna modestia, pur non trovandosi nello spazio espositivo centrale, avevano lavori molto importanti
Il progetto “You Are Another Me – A Cathedral of the Body” di Adina Pintilie che rappresenta ufficialmente la Romania alla 59^ Biennale Arte è stato selezionato in seguito al Concorso nazionale organizzato dal Ministero della Cultura, insieme al Ministero degli Affari Esteri e all’Istituto Culturale Romeno.
La mostra è un’installazione multicanale che nasce dalla continua ricerca sulla politica e sulla poetica dell’intimità̀ e del corpo di Adina Pintilie, regista e sceneggiatrice affermata ben oltre i confini nazionali romeni.
Pintilie tra l’altro nel 2018, ha vinto l’Orso d’oro alla 68esima edizione del Festival di Berlino con il film Touch Me Not.
Di fronte al riemergere, a livello globale, di ideologie di estrema destra e con l’aumento della polarizzazione fra persone e sistemi di pensiero, Pintilie immagina uno spazio per lo stare insieme, al di là di confini e binarismi.
A partire da un procedimento che crea aggregazione, la metodologia idiosincratica di Pintilie esplora il ruolo centrale dell’intimità̀ nella vita di tutti i giorni. Forte di una lunga collaborazione con i protagonisti dell’installazione, il Padiglione rumeno si trasforma in una cattedrale che celebra le connessioni fra corpi al di là di ogni preconcetto.