La curatrice del Padiglione nazionale della nuova Zelanda alla 59^ Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, famosa scrittrice e ricercatrice senior australiana Natalie King, ha deciso di affidare l’incarico di realizzare la mostra ad un’artista interdisciplinare di origine giapponese e samoana, Yuki Kihara (Samoa 1975).
Kihara è il primo artista del Pacifico ad essere presentato nel padiglione della Nuova Zelanda alla Biennale.
Esperta di artisti e istituzioni dell’area asiatica del pacifico, la curatrice ha scelto Yuki Kihara per mettere in evidenza il tema delle questioni indigene del Pacifico attraverso un’artista attiva nell’impegno sociale, politico e culturale storico che concorre a costruire la reputazione della Nuova Zelanda come paese innovativo con una vasta gamma di pratiche artistiche.
Il lavoro di Kihara cerca di sfidare le narrazioni storiche dominanti e singolari attraverso le arti visive, la danza e la pratica curatoriale, impegnandosi con la storia e la rappresentazione postcoloniale nel Pacifico e il modo in cui si intersecano con razza, genere, spiritualità e politica sessuale.
“Paradise Camp” presenta un “Vārchive” – un termine coniato da Kihara che utilizza il concetto samoano di Vā per descrivere il rapporto con il suo archivio di ricerca.
Fornendo un retroscena di come è nato “Paradise Camp“, il Vārchive include ricerche personali, libri rari di esploratori del 19° secolo, ritratti coloniali, opuscoli, notizie, una scultura geologica, materiale e collegamenti visivi tra Gauguin e Sāmoa.