A Bridge to the Desert è la mostra che rappresenta la prima partecipazione nazionale della Namibia all’ Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
La mostra si rifà un ampio progetto di Land art, dal titolo “The Lone Stone Men of the Desert”, opera del collettivo RENN costituito da un numero variabile di sculture stilizzate dalle sembianze umane che sono state disseminate a partire dal 2014 nella regione del Kunene del deserto del Namib, il più antico del Mondo.
Le sculture in pietre del deserto e tondini di ferro, hanno fattezze umane stilizzate e gli autori hanno scelto di non firmarle in origine, identificandole solo con una frase e un numero.
Esse rappresentano le diverse culture, distanti, ma in cerca di un incontro per trovare insieme il posto del genere umano nella natura, raffigurata dal deserto stesso, che non è solo contesto di un’opera site-specific, ma parte integrante dell’opera stessa.
Questa unione di opera e contesto naturale ha in sé un’altra chiave di lettura fondamentale, considerando che solo due tipologie di osservatori possono entrare in relazione con l’opera: gli Himba – tra le ultime tribù umane a vivere ancora in uno stato pretecnologico – e i pochi, fortunati e coraggiosi viaggiatori che si spingono ad esplorare il deserto – per lo più appartenenti a gruppi sociali opposti agli Himba, con stili di vita fortemente tecnologizzati e urbanizzati.
La targhetta con il numero che identifica ogni scultura e la frase che la contraddistingue ci raccontano di un possibile incontro verso cui queste figure, come ponti verso il deserto, tendono.
Distanti chilometri di deserto l’una dall’altra, in luoghi meravigliosi e incontaminati, lontane da qualsiasi urbanizzazione, sembrano suggerire una riflessione sui “deserti” che separano le diverse culture umane e sulla necessità di un incontro tra di esse per discutere, come collettività̀, del posto occupato dal genere umano nella natura.
Punto di partenza del Padiglione è una mostra fotografica documentaristica, allestita presso l’antico Casello delle Polveri della Certosa, grazie alla collaborazione con Vento di Venezia, la società che gestisce il programma di rigenerazione dell’isola, La mostra presenta al pubblico una selezione di fotografie raffiguranti le sculture protagoniste del progetto di land art, o meglio, desert art: il possibile inizio di una tale nuova corrente – che prende elementi dalla street-art, dalla land-art e dalla pop-art – è argomentato nella curatela e nella mostra.
Il Padiglione si sviluppa poi attraverso un percorso di installazioni immersive distribuite negli ambiti più suggestivi dell’ambiente naturalke, invitando i visitatori a una caccia all’opera sull’isola, in modo analogo a come avviene nel deserto.