La partecipazione del Ghana alla 59^ edizione della Biennale Arte è la seconda presenza dello stato africano alla grande manifestazione d’arte lagunare.
Nel 2019 il padiglione aveva giudizi molto positivi.
Ora il Ghana si ripresenta con la mostra Black Star – The Museum as Freedom, con gli artisti Na Chainkua Reindorf, Afroscope e Diego Araúja.
Il titolo si riferisce alla stella nera della bandiera del Ghana, ma rappresenta anche il legame dell’Africa con le sue diaspore attraverso la “Black Star Line” di Marcus Garvey e il suo movimento Back-to-Africa rianimato ora in Ghana.
Il padiglione realizzato con il contributo dell’architetto DK Osseo-Asare esplora il concetto di libertà al di là del tempo e dei confini e si ispira al concetto del “Mobile Museum” della curatrice Nana Oforiatta Ayim, regista e storica dell’arte, che viaggia nelle comunità di tutto il Ghana con l’obiettivo di creare spazi accessibili, contestuali e inclusivi.
Per il padiglione i tre artisti hanno offerto ciascuno il personale contributo delle rispettive ricerche
Na Chainkua Reindorf presenta installazioni multimediali miste su larga scala che raccontano la mitologia di Mawu Nyonu, una società segreta fittizia di donne intrise di forze naturali.
Afroscope esplora il concetto di unità attraverso “Ashe”, un’opera basata su uno spirito che attraversa tutti gli elementi utilizzando la tecnologia come traduttore del flusso della vita.
Diego Araúja presenta “A Congress of Salt“, un congresso del sale, che reinterpreta l’Oceano Atlantico, il principale canale per la tratta degli schiavi transatlantica, immaginandolo come luogo di nascita di una nuova e ricca società creola.