La presenza della Germania alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia è stata affidata dal curatore Yilmaz Dziewior al l’artista Maria Eichhorn.
Rigorosa, sofisticata, concettuale, Maria Eichhorn, nata a Bamberg nel 1962, realizza opere su relazioni di potere e pratiche istituzionali con interventi minimali ma dal forte valore simbolico e politico.
Nel suo progetto per il Padiglione tedesco, Maria Eichhorn si sofferma sulla storia del padiglione e della sua trasformazione.
Il progetto artistico Relocating a Structure di Maria Eichhorn per il Padiglione Germania alla Biennale di Venezia 2022 si articola in diversi elementi che, nel loro insieme, formano il contributo vero e proprio.
L’artista ha inizialmente sviluppato l’idea di spostare il Padiglione Germania per il periodo di apertura della Biennale, per poi ricollocarlo, intatto, sul sito originario.
La traslazione temporanea dell’edificio implica l’assenza del Padiglione Germania, lo spazio vuoto, l’ampliamento dell’area non edificata dei Giardini, originariamente concepiti come parco pubblico, come anche l’estensione del campo visuale e spaziale dei padiglioni limitrofi, creando così uno spazio di movimento, riflessione e confronto con le condizioni imposte all’arte nel contesto della Biennale con i suoi padiglioni nazionali.
Le riflessioni sulla traslazione e ricollocazione del Padiglione Germania sono andate di pari passo con l’analisi della struttura specifica del Padiglione, sostanzialmente costituito da due costruzioni, quella del Padiglione Bavarese eretto nel 1909 e il successivo ampliamento nazista del 1938, che gli conferisce l’aspetto attuale.
L’artista si è posta la domanda di quale sia il corpo edificale originario e dove inizino il rifacimento e l’ampliamento.
Maria Eichhorn ha fatto scavare le fondamenta dell’edificio ed eliminare strati di intonaco dalle pareti al fine di mettere in evidenza i punti di giunzione tra i due corpi edificali.
Per ottenere un’idea immediata e ripercorribile degli interventi di rifacimento e ampliamento sono stati inoltre portati alla luce i contorni e le fughe delle aperture delle finestre e dei vani di passaggio del 1909.
Il contributo di Maria Eichhorn rende riconoscibili non soltanto le transizioni tra l’architettura originaria e le costruzioni annesse o i rifacimenti, ma anche i diversi volumi planimetrici.
Mentre il Padiglione Bavarese teneva conto delle dimensioni umane nelle sue proporzioni, gli interventi di ampliamento degli spazi laterali e della sala principale e di rifacimento della facciata, eseguiti nel 1938, tendono a intimidire e a far apparire piccole le persone.
Come ha evidenziato il curatore, l’intervento di Maria Eichhorn “ non è riferito soltanto all’architettura e alla storia del Padiglione, ma rimanda anche a questioni fondamentali che riguardano l’esistenza umana e la responsabilità etica.”