L’autorità australiana aveva incaricato Marco Fusinato, artista e musicista nato a Melbourne nel 1965 di evidenti origini italiane-venete, già nel 2019.
È intervenuto il COVID con tutti i problemi di isolamento, paura e sospensione di manifestazioni, ma Fusinato ha lavorato per produrre DESASTRES, esperienza totalizzante nata durante il Lockdown.
Il Padiglione ospiterà quindi quest’opera speciale, in cui l’acustica e l’immagine, il sonoro e il visivo, si intrecciano tra installazione e performance.
L’artista stesso sarà presente per tutto il tempo della mostra e si esibirà dal vivo durante gli orari di apertura della manifestazione.
Fusinato si esibirà dal vivo nel padiglione, utilizzando una chitarra elettrica come generatore di segnali che, immessi nel circuito dell’amplificazione, innescheranno un diluvio di immagini.
Per l’Australia e il suo Padiglione ai Giardini si tratta della prima presenza di un progetto performativo dal vivo, che rompe la tradizionale forma di esposizione del padiglione nella sua storia.
DESASTRES non si presenta quindi come una mostra statica, ma, come ha spiegato il curatore Alexie Glass-Kantor. «Saremo in diretta per tutti i 200 giorni della Biennale di Venezia e ogni volta che il pubblico sperimenterà l’opera, sarà unica. L’intensità delle condizioni in cui si è evoluto questo progetto ha permesso all’opera di incarnarsi pienamente come un completo disastro. L’esecuzione dell’opera non riguarda il teatro, ma l’atto di lavoro e la perseveranza».
Il pensiero dell’artista nell’ideare e realizzare il suo progetto è stato il senso dell’opposto.
Sono interessato alle tensioni attorno alle forze opposte come il rumore contro il silenzio, l’ordine contro il disordine, l’istituzione contro il sottosuolo, purezza contro contaminazione», ha raccontato infatti Fusinato a proposito di DESASTRES.