La mostra Without Women, evento collaterale della 59^ Esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, è ospitata nei locali dell’Associazione culturale Spiazzi, una grande porta d’acqua affacciata su canale che costeggia Campo S. Martino, a pochi passi dall’entrata dell’Arsenale.
La mostra è organizzata da Visual Research Support Foundation, istituzione caritatevole ukraina con sede a KYIV/KIEV, street Vasily Kasiyan, 10.
La mostra è realizzata dall’artista Zinaida, nata nel 1975 in una famiglia di lunga tradizione nell’arte.
II nonno Nicholas Benois, era, infatti, un celebre architetto, presidente della Società degli Architetti e membro dell’Accademia russa delle scienze.
Con Without women Zinaida invita ad una riflessione sul ruolo dominante dell’uomo nella società e sulle complesse relazioni tra gli esseri umani.
La mostra, inserita tra gli eventi collaterali in sintonia con la decisione della Biennale di sostenere il popolo ukraino tanto pesantemente colpito dal conflitto conseguente all’invasione russa, si affianca al padiglione nazionale e alla nascita di Piazza Ukraina voluta dalla Biennale stessa.
A causa delle difficoltà riscontrate nella spedizione delle opere dall’Ucraina all’Italia l’esposizione è divisa in due parti:
- prima, inaugurata al pubblico il 23 aprile con l’apertura ufficiale della Biennale, presenta tre opere video proiettate su schermi di grandi dimensioni: ognuno di questi video documenta la vita isolata di questi uomini, per una installazione che comprende anche elementi tattili e olfattivi.
- La seconda parte della mostra aprirà un mese dopo la fine del conflitto in Ucraina, e consisterà in una grande installazione fotografica dal titolo The Milk of Life, che fa riferimento alla produzione del latte di pecora, inteso come nutrimento e nelle sue accezioni simboliche con riferimento anche la titolo della Biennale The milk of dreams.
Con video e fotografia su larga scala, l’artista ha lavorato sulla manipolazione della percezione per creare una narrazione che ruota attorno a temi identitari, di tradizione, di mitologia e folklore.
L’opera di Zinaida parla della purezza della vita degli allevatori di pecore nella natura e della trasformazione dell’energia maschile.
Dall’infanzia fino a quando non diventano troppo vecchi, gli uomini nei villaggi dei Carpazi lasciano le loro case e salgono in montagna per cinque mesi.
In mezzo a una moltitudine di pecore e mucche trasformano il latte in burro e formaggio.
In questa azione di sublimazione, che rivela appieno i ruoli maschili, la mascolinità si rinnova fino a raggiungere la purezza.
Nel loro ambiente solitario, gli uomini possono esprimere e rinnovare la propria natura maschile in modo completo e vivido.
Proprio come i monaci, essi vivono da soli, in seno alla natura e senza donne.
In mostra Zinaida intende evidenziare “L’enfasi sull’assenza delle donne è infatti la presenza simbolica della donna invisibile. Energia femminile accanto all’essere maschile”.