La mostra collaterale alla Biennale Catalonia in Venice_LLIM è organizzata in uno degli spazi dei Docks Cantieri Cucchini situati a San Pietro di Castello.
Si tratta di spazi di differenti metrature all’interno di un complesso ex industriale di fine ‘800 e inizi ‘900.
Oggi questi spazi sono divisi in tre aree: il Capannone, la Tesa 1 e la Tesa 2. Esternamente sono disponibili un porticato, una banchina con gru e un pontone in legno sul canale di San Pietro.
Catalonia in Venice_LLIM è un’installazione dell’artista Lara Fluxà, curata da Oriol Fontdevila.
LLIM è un organismo che sposta temporaneamente l’acqua dal Canal di San Pietro utilizzando un sistema di vetro tubolare.
Acqua e vetro, due materiali peculiari che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della città, diventano inseparabili con questa installazione; due facce di uno stesso paesaggio, sia naturale che culturale.
La capacità del vetro e dell’acqua di mutare reversibilmente tra gli stati della materia li mantiene aperti alla collaborazione e ne facilita la convivenza.
In questo senso, LLIM nasce da una precisa intuizione del flusso vitale: la possibilità della vita è grazie alla viscosità della materia e alla capacità collaborativa.
Con questa installazione, l’acqua e il vetro diventano indissolubili, le due facce di uno stesso paesaggio che è insieme naturale e culturale.
Lara Fluxà (Palma, 1985) lavora abitualmente con elementi che hanno una propria poetica, come l’acqua o il vetro.
Dopo la laurea in Belle Arti e il master in Produzioni Artistiche e Ricerca all’Università di Barcellona, si è specializzata nella lavorazione del vetro con vari corsi di soffiatura a Segovia, Barcellona e La Bisbal.
Le peculiarità fisiche dell’acqua e del vetro l’hanno spinta a esplorare concetti e dimensioni come la fragilità, la stabilità e la sperimentazione scientifica.
Con le sue opere indaga il delicato equilibrio degli ecosistemi.
LLIM propone un dialogo instabile tra solido e liquido e rivela la situazione di Venezia di perenne equilibrio instabile tra solido e liquido, acqua e terra.
La mostra vuol essere anche una testimonianza offerta da Venezia, città del vetro, all’Anno Internazionale del Vetro che l’ONU ha proclamato per il 2022.