- Sede: Arsenale
- Commissario: Gabriela Gil Verenzuela
- Curatori: Natalia de la Rosa, Isadora Hastings, Mauricio Rocha, Elena Tudela
- Espositori: Antonio Plá Pérez, Fernanda Canales, Gabriel Konzevik Cabib, Judith Meléndrez Bayardo, Sandra Calvo, Rosario Hernández Arguello, Rozana Montiel, Escobedo Solíz Arquitectos (Andrés Solíz Paz, Pavel Escobedo), Estudio MMX (Jorge Arvizu, Ignacio del Río, Emmanuel Ramírez, Diego Ricalde), Estudio Macias Peredo (Magui Peredo, Salvador Macias, Diego Quirarte), Estudio Nuñez Zapata (Roberto Nuñez, Katia Zapata), OH Abogados (Juan O´Gorman, Pablo Gutiérrez de la Peza), JC Arquitectura (Juan Carral), Kiltro Polaris (Victor Evergenyi Kelly), PLUG Architecture (Román Cordero Tovar, Izbeth Mendoza); Taller de Proyectos Incidencia Regenerativa de la Universidad Iberoamericana CDMX (Juan Casillas Pintor, Roberto Contreras, Adrian Sánchez)
Il Padiglione
La proposta messicana per il Padiglione alla Biennale Architettura ha riconsiderato il modo in cui il Messico era solito partecipare a questo spazio eccezionale in cui il mondo si incontra per parlare di architettura, un campo fondamentale di patrimonio e la vita delle persone nelle città e nei paesi.
Il Comitato tecnico ha voluto coinvolgere una pluralità di voci per offrire la risposta del Messico alla domanda del curatore generale della Biennale, Come vivremo insieme?
L’occhio è stato rivolto alle tante altre grandi questioni legate alle società migranti, che vivono situazioni di grande complessità che non si limitano a un prodotto architettonico finale, ma ai processi di dialogo e coinvolgimento sociale e culturale che le circondano.
Dopo una rigorosa selezione tra i progetti presentati dai vari stati del Messico, sono state selezionate 12 proposte che mostrano al mondo il contributo dell’architettura messicana contemporanea di fronte alla diversità culturale, linguistica e territoriale, del Paese.
I protagonisti di queste 12 iniziative hanno aderito al dialogo collegiale e il risultato la mostra Displacements / Desplazamientos(Dislocamenti – Spostamenti)
il Messico rilancia quindi la riflessione sugli “spostamenti”, che nascono principalmente da condizioni avverse quali: disuguaglianze evidenti, degrado ambientale, rischio di catastrofi e violenze varie (economiche, sociali, culturali e di genere) legate a spazi specifici.
La mostra intende esplorare modi di progettare e costruire spazi di appartenenza, riconciliazione, narrazione, scambio, recupero, assimilazione, perdono e resistenza derivati da una situazione di Dislocamento
Concepisce l’architettura messicana come espressione di confine di sistemi socio-ambientali, per accogliere collettività più diverse e multiple espanse.
Il Padiglione del Messico esprime tutto questo con una mostra basata su un modello curatoriale collettivo che, grazie a un laboratorio creativo, produce nuovi contenuti audiovisivi per un’esperienza emotiva con la presenza fisica nel padiglione e attraverso mezzi digitali.