PADIGLIONE AUSTRIA. Partecipazione / Beteiligung. BIENNALE ARCHITETTURA 2023
PADIGLIONE AUSTRIA 2023 – BIENNALE ARCHITETTURA 2023 – Partecipazione / Beteiligung – Hermann Czech – Collettivo viennese di architettura AKT
Il collettivo viennese di architettura AKT e l’architetto Hermann Czech hanno progettato per la 18a Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia un adattamento temporaneo del Padiglione austriaco con ripercussioni sulla città.
Il progetto prevede che parte dell’edificio venga aperta al quartiere limitrofo e resa liberamente accessibile alla cittadinanza veneziana.
Questo intervento architettonico s’incentra sulla questione del potere di disporre dello spazio, e degli spostamenti sociali che l’architettura determina quando acquisisce forma costruita.
Per la prima volta nella sua storia recente, il numero di abitanti del centro storico di Venezia ha raggiunto il minimo storico ed è sceso sotto la soglia critica delle 50.000 unità.
Da decenni ormai i processi di esclusione spaziale e la perdita di infrastrutture essenziali provocano il costante spopolamento della città.
PADIGLIONE AUSTRIA 2023
Le promesse politiche sono state disattese, gli organi di controllo della pianificazione territoriale sono stati gradualmente aboliti negli ultimi anni.
Nel frattempo, la costruzione di alloggi sociali è stata di fatto sospesa.
La vita della popolazione locale a Venezia viene sempre più messa ai margini.
Il padiglione Austria sorge lungo il muro di cinta nord-orientale del sito della Biennale. Il quartiere alle spalle del padiglione è uno dei pochi rimasti a Venezia che sia ancora abitato prevalentemente da gente del posto.
Il progetto di AKT e Hermann Czech prevede l’apertura dello storico muro della Biennale, lo spostamento della divisione tra la Biennale e la città all’interno del padiglione e la creazione di uno spazio pubblico urbano: un ”Laboratory of the Future“. In questo modo, il padiglione Austria, nel bel mezzo del più grande evento culturale di Venezia, invita la Biennale ad assumersi la propria responsabilità politica e culturale nel contesto urbano, in quanto ”laboratorio del futuro”.
La filosofia del progetto rimane inalterata anche se, per ragioni di sicurezza, l’organizzazione della Biennale non concedesse il temporaneo abbattimento
La situazione architettonica ideata per il progetto viene ricreata, tranne che per il collegamento impedito, divenendo così l’oggetto d’esposizione centrale della mostra in quanto spazio vuoto inaccessibile.