BICE LAZZARI. Fra spazio e misura

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- DATA INIZIO: 22/04/2022

- DATA FINE: 23/10/2022

- LUOGO: VENEZIA – Cà Pesaro

- INDIRIZZO: Santa Croce 2076 sul Canal Grande

- TEL: +39 041 721127

Bice Lazzari era cognata di Carlo Scarpa e riposa in una tomba da lui progettata a Quero, in provincia di Belluno, ove la famiglia era solita trascorrere la villeggiatura.

BICE LAZZARI. Fra spazio e misura

 

 

La galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia offre al pubblico, quasi in contemporanea con la Biennale Arte, la mostra BICE LAZZARI. Fra spazio e misura.

La mostra, curata da Paola Ugolini, rappresenta una piccola ma preziosa ricognizione della pittura di Bice Lazzari, nel periodo di passaggio dall’informale al minimalismo astratto fra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta.

Figura isolata e solitaria, Bice Lazzari (Venezia 1900- Roma 1981) nasce in una solida famiglia borghese di imprenditori e architetti.

Nel 1916 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove segue i corsi di decorazione e non di pittura perché non considerati adatti ad “una signorina di buona famiglia” a causa delle lezioni di nudo.

Fin dalla seconda metà degli anni ’20 lavora, come artista, nel settore delle arti applicate, all’epoca uno dei pochi sbocchi professionali possibili per un’artista donna che voleva la libertà di vivere del suo lavoro senza dover dipendere dalle finanze famigliari.

In quel campo – ricco di innovazione e aperto alle sperimentazioni stilistiche – ha la libertà di poter interpretare e studiare gli orientamenti e gli sviluppi non figurativi delle arti decorative moderne.

Per Bice Lazzari, fino alla fine degli anni Trenta, l’astrazione non è ancora una scelta intellettualmente e programmaticamente consapevole atta a definire una rottura con la tradizione, ma piuttosto il prodotto, decisamente all’avanguardia, di un arredare moderno e funzionale, ricercato ma ancora decorativo.

Nel 1935 Bice Lazzari si trasferisce a Roma dove continua la sua fruttuosa collaborazione con i maggiori architetti e decoratori dell’epoca.

Solo nel dopoguerra, nel 1949, riprende in mano i pennelli per ritornare a concentrarsi sulla pratica pittorica slegata dalla committenza.

Le sue opere degli anni Cinquanta sono uno dei più validi esempi di pittura “materica” italiana.

Dall’inizio degli anni Settanta comincia a lavorare esclusivamente con la tecnica dell’acrilico, più fluida e brillante perfezionando la sua ricerca sull’astratto.

Queste opere della maturità sono perfetti equilibri formali in cui il segno scandisce ritmicamente il campo della tela imprigionando l’occhio dello spettatore nella relazione fra spazio, tempo e misura.

ORARI DI APERTURA

  • Martedì > domenica 10.00 – 18.00
  • (ultimo ingresso 60 minuti prima della chiusura)

INFO

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