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Bauen und Töten. Gregor Schneider in mostra alla Fondazione Morra Greco di Napoli tra memoria e rappresentazione artistica
Bauen und Töten. Una retrospettiva sull’artista tedesco Gregor Schneider
Nel 2001 l’artista tedesco Gregor Schneider vinse il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la sua straordinaria installazione al padiglione nazionale del suo paese.
La Fondazione Morra Greco
Nata a Napoli nel 2003, per volontà del dentista Maurizio Morra Greco, la Fondazione Morra Greco conserva e valorizza la ricca collezione del fondatore, che si è sviluppata fino a contare oggi oltre mille opere di circa duecento artisti contemporanei.
Con questa base, la Fondazione Morra Greco promuove, sostiene e sviluppa la cultura contemporanea, valorizzando la visione di artisti internazionali e locali, emergenti o già affermati.
La mostra “Bauen und Töten” (costruire e distruggere)
Il 19 dicembre 2024, nei locali della Fondazione, si è inaugurata Bauen und Töten / costruire e distruggere, una nuova mostra dedicata al celebre artista tedesco Gregor Schneider (Rheydt, 1969).
La mostra ripercorre alcune delle tappe più significative della carriera di Schneider, uno degli artisti più importanti della sua generazione nel panorama internazionale.
Gregor Schneider. Un percorso tra opere performative e Haus u r
Partendo dalle opere performative e fotografiche degli esordi, fino ai lavori più recenti, Bauen und Töten traccia un percorso attorno alla leggendaria Gesamtkunstwerk dell’artista, la Haus u r di Rheydt in Germania – iniziata nel 1985 e ancora in evoluzione.
Tra memoria e rappresentazione artistica. Mostra “Bauen und Töten” alla Fondazione Morra Greco
L’esposizione esplora il confine tra la possibilità e l’impossibilità della rappresentazione artistica e la tensione tra memoria collettiva e personale, elementi ricorrenti nella pratica di Schneider.
Ritorno al Leone d’Oro del 2001
La mostra richiama il 2001, anno in cui Schneider vinse il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia con la Haus u r.
L’opera sconvolse radicalmente la struttura interna ed esterna del padiglione tedesco: l’artista rimosse le lettere del nome del paese dalla facciata dell’edificio, sostituì la bandiera tedesca con quella della città e riadattò gli interni, installando una matrioska di stanze smontate e prelevate dalla sua casa natia a Rheydt.
Una fusione con gli spazi di Palazzo Caracciolo di Avellino
Allestita tra il primo e il secondo piano di Palazzo Caracciolo di Avellino, sede della Fondazione, Bauen und Töten si integra con gli spazi dell’edificio.
Le pitture di metà Settecento del primo piano e gli ornamenti in stucco e pittura del secondo aggiungono un ulteriore livello di riflessione e complessità al desiderio infinito e visionario di Gregor Schneider: svelare le implicazioni simboliche iscritte nel mondo materiale, negli oggetti che ci circondano e nei luoghi che abitiamo e in cui costruiamo le nostre memorie.