Una mostra che permette di approfondire la storia di uno dei più importanti insediamenti dell’antica Daunia.
Arpi riemersa. Dalla rete idrica alla scoperta delle necropoli (Scavi 1991-1992)
Il Museo provinciale del Territorio, istituito nel settembre 1998, è ubicato in via Arpi, al piano terra dell’edificio che fu in passato il Convento dei frati Agostiniani.
È un museo storico-archeologico che espone ricchi corredi funerari (VI – III sec. a.C.) rinvenuti ad Arpi, riproduzioni e calchi, che ricostruiscono particolari artistici e architettonici di alcuni tra i principali monumenti di Capitanata, oltre ad una sezione dedicata all’antica pratica della transumanza.
Da sempre il Museo, oltre a svolgere un’opera di promozione e divulgazione del nostro patrimonio culturale, ha rappresentato e rappresenta un suggestivo viaggio nel passato, per riscoprire le origini, recuperare la memoria storica, ritrovare le tracce e l’identità culturale di chi popola quel territorio.
Fino al 31 dicembre il museo presenta la mostra temporanea Arpi riemersa. Dalla rete idrica alla scoperta delle necropoli (Scavi 1991-1992).
La mostra, con il relativo catalogo è un’occasione per approfondire la storia di uno dei più importanti insediamenti dell’antica Daunia, tappa del progetto Arpi Project: abitare la città che coinvolge, dal 2014, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, il Centre Jean Bérard di Napoli e l’Università degli Studi di Salerno.
Le ricerche si sono concentrate sugli scavi realizzati nel territorio di Arpi in occasione dei grandi lavori pubblici condotti tra il 1969 e il 1992 e, in particolare quelli che hanno riguardato la messa in opera della rete idrica del Consorzio di Bonifica della Capitanata.
I lavori misero in luce, dal settembre 1991 al marzo 1992, numerose tombe, un segmento dell’aggere e alcuni settori di abitato, tra i quali anche la domus detta “del mosaico dei leoni e delle pantere” nell’area di Montarozzi.
La mostra è stata progettata e realizzata a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, e dal Centre Jean Bérard di Napoli.
La mostra prevede un percorso articolato in tre grandi fasi segnate ciascuna da cambiamenti nel rituale e nelle pratiche funerarie, nella tipologia sepolcrale, nella composizione dei corredi funerari deposti accanto ai defunti e nelle produzioni vascolari attestate, integrando le conoscenze già acquisite sulle trasformazioni urbane, culturali e sociali che interessarono uno dei più grandi insediamenti dauni.