Arnaldo pomodoro è presente in molte parti del mondo con le sue straordinarie sculture ove la lucentezza delle parti lisce contrasta con tormentati tagli e corrosioni
Arnaldo Pomodoro. {sur}face
Dopo aver chiuso i battenti a ottobre per le disposizioni nazionali di contrasto alla pandemia da Covid-19, la mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face può nuovamente aprire al pubblico.
Il prestito delle opere è stato prorogato grazie alla disponibilità della Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Da venerdì 5 febbraio sono programmate tre visite, con partenza alle ore 16.00, 17.30 e 19.00, condotte in totale sicurezza, per gruppi di massimo 12 persone, poi saranno valutati altri possibili ingressi in relazione all’andamento della Pandemia.
Arnaldo Pomodoro, uno di più rappresentativi scultori italiani della seconda metà del Novecento e inizi del nuovo Millennio..
E’ nato nel Montefeltro nel 1926, ha vissuto l’infanzia e la formazione presso Pesaro e dal 1954 vive e lavora a Milano.
Le sue opere degli anni Cinquanta sono altorilievi dove emerge una singolarissima “scrittura” inedita nella scultura, che viene interpretata variamente dai maggiori critici.
Nei primi anni Sessanta affronta la tridimensionalità e sviluppa la ricerca sulle forme della geometria solida: sfere, dischi, piramidi, coni, colonne, cubi -in lucido bronzo- sono squarciati, corrosi, scavati nel loro intimo, con l’intento di romperne la perfezione e scoprire il mistero che vi è racchiuso.
La contrapposizione formale tra la levigata perfezione della forma geometrica e la caotica complessità dell’interno è una costante nella produzione di Pomodoro dedicate agli interni ma anche ai luoghi pubblici all’aperto.
Famose sono le sue opere monumentali al palazzo dell’ONU a New York, nella piazza del Ministero degli Affari Esteri a Roma, nei giardini del Vaticano per citare solo le più importanti.
La mostra {sur}face racconta un aspetto inedito dell’arte di Arnaldo Pomodoro: l’uomo prima dell’opera con le sue aspirazioni e le speranze, le fragilità umane che nasconde dietro alla maschera di artista.
Si coglie in tutto il lavoro di Pomodoro un conflitto interiore continuo, che si esprime nel contrasto tra la perfezione delle superfici esterne lisce, lucide e, a volte specchianti e scintillanti, e le parti interne scavate e tormentate, corrose con un potente segno informale, istintivo ma sempre razionale.
(Sur)face è un gioco di parole fra “Superficie” e “volto” quasi a rappresentare il momento in cui l’uomo toglie la maschera dell’artista, e l’artista diventa come un attore che smette i panni del suo personaggio, e viceversa, in un cortocircuito continuo tra realtà e finzione, tra arte e vita reale.
La mostra è promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori , con il contributo della Regione Emilia-Romagn. è
Rrodotta da All Around Art in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano la mostra rientra nell’ambito del bando straordinario per la rivitalizzazione dei centri storici.
