Le opere di Anne Imhof esposte al Castello di Rivoli fanno riflettere sulla condizione di solitudine di massa in un periodo in cui i collegamenti in digitale raggiungono il loro picco più alto.

Anne Imhof. SEX

Il Castello di Rivoli, ritornato ambiente vivo per l’arte dall’inizio del nuovo millennio, ospita dal due aprile la prima mostra in un’istituzione italiana dedicata ad Anne Imhof (1978), l’artista tedesca premiata con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2017.

E’ una mostra complessa con dipinti, sculture, oggetti, elementi architettonici, disegni un’installazione sonora e una performance.

Inoltre l’allestimento prevede un particolare incrocio tra le opere di Imhof e alcune opere d’arte storiche appartenenti alla mostra collettiva Espressioni presenti contemporaneamente nel palazzo.

I lavori contemporanei di Imhof si confrontano così con alcune delle 50 opere di artisti di origine ed epoche diverse, accomunati da un forte interesse per le forme d’arte altamente espressive.

L’artista tedesca è riconosciuta a livello internazionale come una delle voci più innovative della sua generazione.

Le sue “performance durature”, fanno riflettere sulle condizioni del mondo contemporaneo in cui la fisicità è sempre più mediata dalla comunicazione digitale.

Nel lavoro dell’artista entrano con forza tutte le nuove forme di alienazione e distacco dettate dalla massiccia diffusione dei social media, ancor più in un periodo in cui lo sviluppo pandemico impedisce il rapporto fisico.

Questo fatto rende la mostra molto attuale e problematica.

Inoltre, si assiste al primo esperimento nella carriera di Imhof che, nel rispetto delle regole di allontanamento fisico, riflette sulle contraddizioni del narcisismo e di una relativa solitudine di massa tipica della nostra nuova era.

L’incontro sociale diventa quindi non tanto una parte letterale del suo lavoro ma parte del suo universo poetico.