L’antologica di Alfonso Leoni, protagonista assoluto dell’arte contemporanea della ceramica, prematuramente scomparso.

ALFONSO LEONI (1941-1980) Genio ribelle

A vent’anni Alfonso Leoni era già docente di arti plastiche all’Istituto d’arte Ballardini di Faenza, dove egli stesso si era formato.

Alfonso Leoni era nato a Faenza nel 1941 dove vive e lavora fino alla morte prematura nel 1980 per Leucemia.

La sua sete di conoscenza lo portò ad intraprendere numerosi viaggi e a tenersi continuamente aggiornato su quanto succedeva non solo nel campo delle arti visive, ma anche nelle altre espressioni artistiche, compreso il mondo della moda.

Un animo sempre in movimento lo portò a discostarsi dalla realtà in cui era cresciuto, ciecamente legata al mondo della tradizione ceramica.

Iniziò a collaborare come designer di ceramica con la ditta tedesca Villeroy&Boch, che non tardò a riconoscere il suo talento.

La Villeroy gli fornì infatti fornì un atelier con assistenti per realizzarne le idee.

Nelle sue produzioni Leoni usava materiali di tutti i tipi, ritagliava, strappava, assemblava, distruggeva, metteva in gioco il proprio corpo, cercava l’impossibile, l’impensabile anche affidandosi al caso.

Carta, legno, bronzo, plastica, marmo, ferro e metalli preziosi, vetro, ma all’apice di tutto era sempre la ceramica.

Ad Alfonso Leoni è dedicata la grande mostra autunnale del MIC di Faenza.

Risultato di un approfondito lavoro di ricerca, a cura di Claudia Casali, in collaborazione con l’Archivio Leoni, la mostra raccoglie per la prima volta in una antologica tutto il lavoro dell’artista,

Il risultato è la conoscenza della sua ricca e intensa produzione dedita non solo alla ceramica ma anche ai diversi linguaggi della contemporaneità (pittura, grafica, design, scultura).