Conosciuto per le sue sculture di cenere Alessandro Biggio propone a Nuoro le sue ultime opere realizzate con succo di bacche di Fillirea
Il Museo d’Arte Provincia di Nuoro/ MAN ospita la mostra ALESSANDRO BIGGIO. Filira, aperta fino al 9 marzo 2025
Il MAN/ Museo d’Arte della provincia di Nuoro si è aperto al pubblico nel 1999 all’interno di un edificio degli anni Venti.
Il primo nucleo della collezione nasce dall’accorpamento di alcune raccolte pubbliche (Provincia, Comune, Ente provinciale per il turismo, Camera di commercio) e nel 2013 il MAN ottiene il riconoscimento regionale come museo d’eccellenza.
La programmazione del museo prevede, oltre alla mission di conservazione e valorizzazione della collezione permanente, mostre temporanee attente in particolare al contesto territoriale.
Dal 22 novembre 2024 il MAN ospita la mostra personale dell’artista cagliaritano Alessandro Biggio, dal titolo Filira.
Laureato in economia Alessandro Biggio (1975) si è dedicato alla ricerca estetica dedicando un tempo sempre crescente alla sua attività artistica.
Nella sua pratica artistica, il processo di esplorazione e sperimentazione sulla materia riveste un ruolo fondamentale.
Le sue sculture, installazioni e monotipi sono sempre frutto di stratificazioni di gesti e di fasi il cui risultato finale rappresenta un possibile momento di equilibrio, tra opposti.
Per il MAN di Nuoro Biggio ha elaborato il progetto Filira che presenta un ciclo nuovo di opere per una mostra personale concepita come un unico lavoro, un ambiente totale dove tele e sculture sono connesse fra loro in una visione d’insieme organica ma unitaria.
Biggio ha sperimentato in tempi recenti una forma di pittura usando il succo delle bacche di fillirea che spremute producono un colore ocra scuro, dalle sfumature violacee.
Una tecnica che segue il ciclo delle sue sculture di cenere conservandone il contenuto di riflessione sul ciclo della vita e degli elementi.
Nella pittura con il succo delle bacche trascrive impronte di natura, nella sua metamorfosi e consunzione.
Il titolo dell’esposizione richiama il mito greco della ninfa Filira, figlia di Oceano e di Teti, amata da Cronos cui tentò di sfuggire mutandosi in giumenta. Ma Cronos, trasformandosi in stallone la raggiunse e si unì a lei.
Filira diede alla luce un figlio, una creatura ibrida, il centauro Chirone.
Sconvolta alla vista del figlio, chiese a Zeus di essere trasformata in un arbusto che prenderà il suo nome,fillirea.
Con l’estratto delle bacche di questa pianta, Biggio traccia sulla tela vestigia di una vegetazione effimera.