Tre note a piè di pagina di un testo mai scritto dell’artista uruguaiano Alejandro Cesarco in mostra alla Galleria Cortese di Albisola
Aedicula Raffaella Cortese di Albisola Superiore ospita la mostra ALEJANDRO CESARCO. Three Books on Memory
Aedicula Raffaella Cortese è una finestra sull’arte contemporanea ad Albisola Superiore, sulla riviera ligure di Ponente.
Nelle intenzioni di Raffaella Cortese Aedicula, luogo minuscolo con una finestra quadrata rossa sulla parete di fondo che dà sul verde, a due passi dal mare, è pensato come spazio espositivo a disposizione della Galleria principale di Raffaella a Milano.
Dal 24 settembre in questo spazio Raffaella Cortese presenta la mostra Three Books on Memory dell’artista sudamericano Alejandro Cesarco (Montevideo 1975).
Il progetto espositivo mette in relazione l’intento originario della galleria di aprire il proprio spazio in Liguria con la continua ricerca dell’artista uruguaiano sulle possibili metodologie di documentazione, di descrizione e di rendicontazione dello scorrere del tempo, nonché sulle forme utilizzate per richiamarlo alla mente.
La memoria è la capacità di tenere traccia nella nostra mente di informazioni che provengono dall’esperienza e, in seguito, di rievocarle raccontando una storia.
Ma qual è il ruolo della finzione in questi tentativi di ricordare e di riscrivere?
I ricordi sono qualcosa che possediamo o qualcosa che abbiamo perso?
Queste tematiche sono centrali nel lavoro di Alejandro Cesarco e sono state per lui – attraverso strategie linguistiche e forme artistiche differenti – un motivo di confronto continuo nel corso degli anni.
La sua pratica è attratta da forme di scrittura frammentarie, marginali o minori, come liste, indici, diari e, come in questo caso, note a piè di pagina.
È la loro concretezza e la chiarezza del loro contenuto che sembrano interessarlo.
Per Albisola, Cesarco presenta un progetto site-specific di tre opere appartenenti alla serie Footnotes portata avanti dall’artista dal 2006: tre note a piè di pagina provenienti da diversi libri immaginari che, secondo le parole dell’artista, trattano questioni di memoria.
Attraverso le installazioni verbovisive, Cesarco trasforma le pareti della galleria in una grande pagina di un libro giocando sul paradosso di una nota a piè di pagina che dovrebbe chiarire un testo che non è mai stato scritto.
A partire dalla porta d’ingresso, Footnote #27 (2024) pone un confronto diretto con lo spettatore, un wall drawing da leggere come un’esortazione che ancora una volta pone l’accento sul concetto di memoria e di tempo.