Alcol e giovani: l’ultima via di fuga

Già a undici anni si beve. Il motivo?Ovviamente il “bere per bere” a qualunque ora e senza limiti. L’Italia ha il record, negli altri paesi si comincia  a tredici anni. Si beve in modo smodato poiché l’alcol è usato per sballare. Sono ragazzi apparentemente normali, che vanno a scuola anche magari  con risultati più che sufficienti, impossibile distinguerli dagli altri, se non vengono visti durante la sbronza. Per i giovani ubriacarsi è di moda, è motivo di vanto, essere protagonista del gruppo. I ragazzini si vantano di aver preso sbornie incredibili. Si comincia con gli happy hour, si continua con birra, chupito, superalcolici, e infine lui il “beverone”, nel quale si mette di tutto di più, rendendo anche il sapore un misto tra la benzina e l’antibiotico alla fragola x la tonsillite, ma non importa…alla goccia e via! Bere fa più morti della droga fra i giovanissimi. E’ strano da dire, ma manca “l’educazione al bere”, cioè la naturale e sana voglia di gustarsi un bicchiere di vino, senza ridursi a zombi in coma etilico. Sembrerebbe quasi un mezzo per socializzare, non più una trasgressione, ma un terribile conformismo, una parola d’ordine. L’alcol sembra aver sostituito i divertimenti, i desideri e gli entusiasmi di alcuni giovani. Annoiati, non capiti, stressati già in tenera età, superimpegnati a sembrare grandi, “fighi”. In realtà  cercano una forza nell’alcol,  un senso, questo vuol dire essere grandi?

Molti di loro sono convinti di gestire il problema, e l’idea della dipendenza non li sfiora minimamente. Sono terrorizzati di non far parte del gruppo, di essere visti come sfigati, e bevono, bevono, bevono anche senza averne voglia, anche quando si riducono a stracci appoggiati a una colonna, guardati a tratti con pietà a tratti con indifferenza. L’abuso di alcol tra i minori è una piaga sociale, la dipendenza da alcol, molto sottovalutata, ha costi sociali enormi, per le patologie legate al fegato, e quelle psichiche. Fino a pochi anni fa, bere era sinonimo di degrado ed era un vizio più delle classi basse oggi farsi vedere con la bottiglia nelle mani già da undici/dodici anni è molto di tendenza.
L’aspetto inquietante è che l’alcol diviene solo l’inizio della dipendenza e l’apertura al mondo della droga. La perdita del controllo, essere lontano dai pensieri, sembra essere l’obiettivo dei ragazzi. Sarebbe importante chiedere agli adulti una maggiore coerenza: rispetto alle leggi, alle pubblicità, agli esempi in generale. Sentiamo e leggiamo tante belle parole, ma poi non c’è nessun esempio su larga scala che tenga i giovani lontani dall’alcol, né ci sono stati finora programmi di prevenzione per l’alcol; sembra che ancora non sia chiara l’emergenza che invece è già un chiaro segnale da tempo.

 

ADJI DIEYE. Chapter 1: May my vision be your present
ADJI DIEYE. Chapter 1: May my vision be your present
Posted on
Andy Warhol. Triple Elvis
Andy Warhol. Triple Elvis
Posted on
OltreCittà.  Utopie e realtà.  Da Le Corbusier a Gerhard Richter
OltreCittà. Utopie e realtà. Da Le Corbusier a Gerhard Richter
Posted on
UNA PASSIONE DISCRETA.  La Collezione Paolo Galli
UNA PASSIONE DISCRETA. La Collezione Paolo Galli
Posted on
SIMONE FORTI. framing movement
SIMONE FORTI. framing movement
Posted on
Previous
Next
ADJI DIEYE. Chapter 1: May my vision be your present
Andy Warhol. Triple Elvis
OltreCittà. Utopie e realtà. Da Le Corbusier a Gerhard Richter
UNA PASSIONE DISCRETA. La Collezione Paolo Galli
SIMONE FORTI. framing movement

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.